Il Piemonte è stata la prima regione italiana a dotarsi di una specifica legge sugli Ecomusei (l.r. 14 marzo 1995, n. 31 – “Istituzione di Ecomusei del Piemonte”) alla quale hanno fatto riferimento tutte le undici regioni italiane e la Provincia autonoma di Trento, che hanno successivamente legiferato in materia. Dal 1996 la Regione Piemonte ha istituito 25 Ecomusei (gli ultimi 8 nel 2007) che rappresentano il 27% di tutti quelli presenti sul territorio italiano.
In assenza di una normativa nazionale in materia, sono state dunque le regioni interessate a legiferare, ispirandosi anche ai principi ideali contenuti nella “Convenzione europea del paesaggio” (CEP – Firenze 2000) ratificata dall’Italia nel 2006, un documento di importanza cruciale per le politiche europee in materia di ambiente, territorio e paesaggio.
A partire dal 2014 un rinnovato interesse ha investito il panorama ecomuseale italiano, generando un certo fermento intorno agli Ecomusei. Da un lato, è stato presentata una proposta di legge nazionale, attualmente al vaglio del ministero dei Beni culturali e del turismo (Mibact). Dall’altro, le principali esperienze ecomuseali italiane hanno dato vita al “Coordinamento nazionale degli Ecomusei”, in cui è rappresentata anche la nostra Regione, che ha elaborato un manifesto strategicoche traccia il quadro dell’esperienza ecomuseale italiana e ne ridefinisce obiettivi e funzioni.
<Per rispondere alle nuove dinamiche sorte a livello nazionale e internazionale in materia – spiegano i consiglieri Pd Valentina Caputo ed Elvio Rostagno, primi firmatari – la proposta di legge presentata oggi, frutto di un lungo lavoro fatto insieme all’associazione Rete Ecomusei piemontesi, intende dettare una nuova disciplina, in sostituzione della normativa vigente, tesa al riconoscimento, e non più all’istituzione, degli Ecomusei piemontesi. La finalità è quella di accreditare quelle realtà ecomuseali già riconosciute come tali dalla comunità locale>.
<La pdl prevede anche l’istituzione di un elenco degli Ecomusei riconosciuti – spiegano i consiglieri Pd – che il Consiglio regionale aggiornerà ogni tre anni sulla base delle indicazione del Comitato tecnico-scientifico, la cui composizione è rafforzata da un esperto designato dagli Ecomusei riconosciuti>.
La Giunta regionale adotterà un regolamento di attuazione che definirà i requisiti minimi, i criteri per il riconoscimento e l’utilizzo di un marchio dedicato, tutti aspetti attualmente non disciplinati. Inoltre sarà istituito in Regione un Laboratorio Ecomusei, con compiti di indirizzo, coordinamento e supporto tecnico scientifico e amministrativo.