Garantire la piena fruizione del servizio radiotelevisivo nelle zone montane

Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che

  • in occasione del passaggio dalle trasmissioni televisive analogiche a quelle digitali, completato nella nostra regione a fine 2010 (c.d. “switch off”), hanno iniziato a verificarsi notevoli disagi a carico di molti utenti, specialmente delle zone montane, per via del radiale cambiamento di segnale e della riallocazione di tutte le frequenze dei canali;
  • il passaggio al digitale terrestre ha obbligato molte famiglie residenti nelle aree montane a dotarsi di impianti satellitari per poter continuare a usufruire della televisione ed ha impegnato le Comunità montane nell’attivazione e nella gestione, d’intesa con la Regione, di ripetitori “privati”, quindi non gestiti da RaiWay, in quanto unica possibilità per raggiungere taluni borghi alpini;
  • ad inizio 2015 l’Unione nazionale dei Comuni, Comunità ed Enti montani (UNCEM) del Piemonte aveva scritto al Comitato regionale per le comunicazioni segnalando proprio le difficoltà di accesso al servizio radiotelevisivo di molte aree alpine piemontesi. Nella risposta del Presidente CoReCom si sottolineava come pur essendo trascorsi diversi anni dalle operazioni finali di transizione al digitale terrestre vi siano comunque vaste aree del territorio piemontese che, a oggi, ancora non godono appieno dei vantaggi di questa trasformazione. Si stima che in particolare siano penalizzati ben 600mila abitanti nella visione di Rai 3 regionale;
  • secondo il CoReCom per coprire l’intero territorio piemontese non sarebbero necessari interventi troppo onerosi: con un investimento di circa 500.000 euro si potrebbe infatti potenziare il segnale digitale dei ripetitori ove necessario e coprire le zone impervie tuttora non servite o mal servite dagli impianti già realizzati;

considerato che 

  • in base all’articolo 1, commi 152 e 153 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di stabilità 2016) il canone di abbonamento Rai verrà addebitato a rate – quest’anno a partire dal mese di luglio – a tutti gli intestatari di una utenza elettrica, presumendo che essi detengano anche apparecchi adatti alla ricezione di trasmissioni televisive;

ritenuto che

  • sia certamente necessario ridurre l’evasione del pagamento del canone Rai, ma, allo stesso tempo, debba essere assicurato un adeguato servizio a tutti gli utenti consentendo la ricezione dei canali, in particolare quelli del servizio pubblico, anche nelle aree montane. Non si dimentichi, infatti, che i cittadini residenti in montagna sono soggetti ad obblighi analoghi al resto della popolazione per quanto riguarda la corresponsione di tasse e canoni e, quindi, debbano essere loro garantiti pari servizi e opportunità;
  • in una fase storica in cui è in atto il ripensamento dell’organizzazione di tutti i servizi pubblici provando a migliorarli anche grazie alla tecnologia, non sia concepibile che intere aree del Paese e della nostra regione siano escluse dalla fruizione di servizi come la tv o la banda larga digitale;

IMPEGNA la Giunta regionale

  • a sollecitare con urgenza l’istituzione di un tavolo di monitoraggio nazionale con la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, l’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e l’AgCom, finalizzato ad individuare le aree alpine ed appenniniche in cui persistono ostacoli alla corretta ricezione del segnale del digitale terrestre;
  • a realizzare una mappatura del segnale Rai nelle aree montane prevedendo di conseguenza, compatibilmente con le risorse disponibili a bilancio, la possibilità di sostenere interventi mirati a potenziare il segnale digitale dei ripetitori ove necessario e coprire le zone impervie tuttora non servite o mal servite dagli impianti esistenti.