IL PIEMONTE PRECURSORE DELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

Il Senato ha approvato a fine maggio la legge delega al Governo per la riforma del terzo settore. Si tratta di un testo che disegna una riforma complessiva di tutto ciò che è riconducibile al terzo settore: associazionismo, volontariato, imprese sociali, cooperative sociali. Il Governo avrà ora un anno di tempo per emanare i decreti legislativi conseguenti.

“Consapevole dell’importanza di questo comparto che conta oltre 5mila unità organizzate, il Piemonte aveva precorso i tempi e iniziato un proprio percorso interno di riforma – affermano il presidente del gruppo PD in Consiglio regionale Davide Gariglio e la consigliera Enrica Baricco – licenziando a febbraio 2015 un provvedimento con il quale istituiva il registro unico del terzo settore, all’interno di un processo generale di semplificazione legislativa”.

“L’iniziativa di introdurre un registro unico delle organizzazioni no profit – proseguono Gariglio e Baricco – è nata dall’esigenza espressa da diversi attori economici e sociali di un alleggerimento della burocrazia regionale anche in questo specifico ambito. La Giunta regionale e in particolare l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, hanno attivato la struttura tecnica competente per dare attuazione alla norma, individuando gli strumenti e le opportune forme di coordinamento per mettere a sistema tutti i dati e tutte le informazioni già in possesso dell’amministrazione regionale”.

“Il cammino percorso dalla Regione verso un registro unico – conclude l’assessore Ferrari – non vuole essere fine a se stesso e mirato a costruire uno strumento sterile pieno di numeri e dati asettici, ma vuole divenire uno strumento trasparente, aggiornato costantemente ed al servizio delle politiche sociali. Per fare questo, tuttavia, è necessario attivare la collaborazione con le buone esperienze di altre Regioni, avviare un coordinamento con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ottenere sostegno economico ed attuare un nuovo ingaggio dell’Istituto per la formazione professionali dei lavoratori (ISFOL) e l’Istituto di ricerche economico-sociali (IRES)”.

In autunno la Regione farà il punto in un convegno sul tema che vedrà la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo per l’istituzione del registro unico.