Sperimentazioni di forme associate di collaborazione tra pubblico e privato in ambito sociale

Ordine del giorno di Walter Ottria: Valorizzazione di interventi a sostegno delle sperimentazioni di forme associate di collaborazione tra pubblico e privato in ambito sociale.

       Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che

  • Negli ultimi anni, complice la crisi economica globale, la povertà in Italia ha subito un deciso aumento, interessando anche famiglie che mai avevano dovuto affrontare ristrettezze economiche tali da rivendicare l’aiuto di politiche di welfare pubblico;
  • in questo contesto le famiglie povere sono progressivamente aumentate passando da 937.000 del 2008 a 1.470.000 nel 2014;
  • nel 2014, inoltre, le persone a rischio di povertà sono state circa il 19,4% del totale, quelle che vivono in famiglie gravemente deprivate l’11,6%, mentre le persone appartenenti a famiglie dove l’intensità lavorativa è bassa sono il 12,1%;
  • in Italia è ancora presente una forte disuguaglianza sociale, tale per cui il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta solo il 7,7%;
  • in questa situazione è particolarmente allarmante il dato sulle persone senza dimora le quali si stimano nel 2014, anno in cui è stata realizzata la seconda indagine sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, in 50.724;
  • queste, nei mesi di novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l’indagine da Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora e Caritas Italiana;
  • in termini relativi si tratta del 2,43 per mille della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall’indagine, valore in aumento rispetto a tre anni prima, quando era il 2,31 per mille (47 mila 648 persone);

considerato che

  • la crisi economica più volte evocata, ha permesso l’emersione di un disagio che, in forme plurali e differenziate, attraversa tutte le nostre comunità, rappresentando non più solo un fenomeno marginale nella vita sociale delle persone, ma un fenomeno quasi strutturale;
  • lo scorso 19 ottobre la Giunta regionale del Piemonte ha approvato il “Patto per il sociale delle Regione Piemonte 2015/2017”;
  • tale documento risponde all’obiettivo di dotare la Regione di uno strumento di programmazione delle politiche sociali ed è il risultato di un lungo lavoro di confronto con i territori promosso dall’Assessore Augusto Ferrari;
  • la strategia di fondo del Patto per il Sociale sembra essere la cooperazione tra soggetti istituzionali e non, che implica che tutti i partecipanti alla costruzione di politiche sociali forniscano il proprio contributo, sia in termini di conoscenza del problema, che di proposte risolutive e di risorse ampiamente intese;

sottolineato che

  • il Patto per il Sociale affronta in modo innovativo l’emergenza sociale piemontese individuando tre assi strategici (integrazione socio-sanitaria; inclusione sociale e del contrasto alle diverse forme di povertà; sostegno alle responsabilità genitoriali e prevenzione del disagio minorile) a cui si aggiunge la riforma dell’assetto di governo, con una valenza trasversale;
  • già con il cosiddetto Piano di Zona, ancora oggi giuridicamente lo strumento principe della programmazione sociale secondo Legge 328/2000, si era tentata una sperimentazione di questo metodo di lavoro di rete anche se questa esperienze sul lungo periodo non ha sempre funzionato;

tenuto conto che

  • sul territorio piemontese sono nate esperienze che mutuano una metodologia simile, privilegiando una forma di collaborazione che si rifà al concetto di lavoro di rete ed empowerment;
  • seguendo questo schema, nel Comune di Alessandria è stato istituito con Delibera della Giunta Comunale N.233 /3310P – 334 del 26 agosto del 2014, l’Osservatorio Sociale;
  • tale Osservatorio, è composto dal Comune di Alessandria e dai soggetti quali il C.I.S.S.A.C.A., l’ASL-AL Dipartimento di Salute Mentale e Patologia delle Dipendenze, l’Associazione Opere di Giustizia e Carità, l’Associazione Comunità San Benedetto al porto, la Cooperativa Sociale Coompany & e la Caritas Diocesana;

sottolineato inoltre che

  • l’Osservatorio Sociale sostiene che il compito dei servizi non si esaurisca nella soluzione dei problemi dei singoli cittadini, ma debba orientarsi ad un intervento sui legami sociali della comunità, promuovendo partecipazione e inclusione sociale;
  • considera che la complessità dei problemi che i servizi si trovano ad affrontare, unita alla contrazione delle risorse economiche disponibili, indica nel lavoro di rete una metodologia non solo auspicabile ma indispensabile; la definizione di “lavoro di rete” non riguarda solo il coordinamento tra servizi, ma la promozione di esperienze di empowerment e auto aiuto;
  • tale strategia, infine, considera come utenti di servizi non sono solo i singoli cittadini, portatori di particolari bisogni, ma la società nel suo insieme: ciò comporta per i servizi l’assunzione di un maggior dinamismo, l’uscita dall’assunzione rigida dal mandato istituzionale nel tentativo di allargare la responsabilità sociale sui problemi;

considerato che

  • i compiti di un Osservatorio di questo genere devono essere quelli di: comporre un’aggiornata mappatura dei bisogni e dei problemi relativamente ai quali la risposta dei singoli servizi e del volontariato sia insufficiente o inesistente, individuare le risorse possibili e disponibili (in termini umani, economici e strutturali) e deve formulare proposte di interventi, innovativi o d’integrazione dell’esistente, finalizzati a rispondere alle criticità emerse dalla mappatura;
  • deve inoltre supportare i soggetti aderenti nella definizione delle linee d’indirizzo e dell’attività di progettazione relativamente ai temi del disagio sociale e abitativo e delle politiche attive per il lavoro;
  • i risultati in termini di aiuto alle persone e alle famiglie in difficoltà sono stati molto convincenti, sia in termini assoluti sia riguardo alla omogeneità di indirizzi indicati dal Patto per il sociale della Regione Piemonte, registrando qualche criticità solamente sull’asse dell’integrazione socio sanitaria;

IMPEGNA la Giunta regionale 

  • a valutare di sostenere anche finanziariamente le forme associate di collaborazione tra pubblico e privato in ambito sociale, in quanto sono risultate le più adatte a rispondere ai bisogni sociali variegati, frutto della perdurante crisi economica;
  • all’interno di questa categoria, privilegiare tali forme associate sulla base di indicatori specifici di progettualità, originalità ed efficienza nella sperimentazione di nuovi modelli di gestione delle funzioni sociali e della collaborazione tra servizio pubblico, privato sociale e terzo settore.