Promozione e sostegno della Via Francigena e dei cammini e percorsi storici/devozionali del Piemonte

Premesso che

  • la “Via Francigena” è un antico itinerario che attraversa l’Europa, le cui origini risalgono al Medioevo. Il percorso, fissato intorno all’anno 990 d.C. dall’arcivescovo Sigerico in ottanta tappe e conservato in un documento storico alla British Library di Londra, parte da Canterbury e arriva a Roma, inserendosi nei tracciati definiti «romei» che raggiungevano la capitale della cristianità;
  • la“Via Francigena”, è stata per lungo tempo una fondamentale arteria di commercio e di pellegrinaggio tra il nord e il sud Europa e un fecondo terreno di scambio culturale ed economico. Si tratta di un itinerario in cui i luoghi sacri (cattedrali e chiese) si intrecciano con le testimonianze di vita comune come castelli, monasteri, grance, granai, ponti fortificati, ospedali, stazioni di posta, cisterne, mulini, antiche locande;, facendone un percorso dall’alto valore storico e turistico;
  • Il 9 dicembre 2004 il Consiglio d’Europa ha dichiarato la Via Francigena “Grande itinerario culturaledel Consiglio d’Europa” ai sensi della risoluzione (98) 4, adottata dal Comitato dei Ministri il 17 marzo 1998. L’itinerario è alta espressione di un turismo non invasivo compatibile con le risorse indigene, attento all’ambiente e capace di strutturarsi in flussi omogenei lungo un vasto arco temporale;
  • le tratte principali della Via Francigena piemontese, comprese le sue varianti Arona-Viverone e Torino-Casale, constano di 620 km di percorso, 107 comuni coinvolti, 5 province e 4 parchi naturali interessati;

premesso inoltre che

  • i cammini e percorsi storico/devozionali sono infrastrutture che accolgono attività ludiche e turistiche di basso impatto e di grande sostenibilità, snodandosi in aree in gran parte poco sviluppate turisticamente ed unendole a destinazioni affermate;
  • dal punto di vista della fruizione turistica sono attività prettamente destagionalizzate;
  • in Piemonte possiamo contare su almeno 700 km di percorsi storici riconosciuti oltre alla Via Francigena;

considerato che

  • il Cammino di Santiago di Compostela, via di pellegrinaggio tra Francia e Spagna, raccoglie ormai più di 200 mila visitatori l’anno, con una ricaduta turistica sul territorio di quasi 150 milioni di euro (dati Ente Turismo spagnolo);
  • nel 2012 la Regione Toscana ha investito sul tratto della Via Francigena di sua competenza 16 milioni di euro per la messa in sicurezza di 380km di Via e finanziando l’apertura di 16 ostelli lungo il percorso. Da quel momento ha visto una crescita dei visitatori del 100% l’anno superando le 100.000 presenze nel 2015 con una ricaduta turistica stimata in 24 milioni di euro (dati Regione Toscana);
  • nel periodo gennaio-ottobre 2016 sono transitati nelle ospitalità di Vercelli, tappa fondamentale della Via Francigena piemontese, poco più di 1100 pellegrini, con un aumento del 500% rispetto all’anno 2012, ma ben al di sotto dei numeri toscani;

 rilevato che

  • il Piemonte fa parte dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, ente nato su spunto del Consiglio d’Europa con lo scopo di promuovere e sostenere gli itinerari pellegrini;
  • in data 26 luglio 2016 è stato presentato a Roma, alla presenza del Ministro Franceschini e del Delegato del Consiglio d’Europa, il percorso ufficiale italiano della Via Francigena, che prevede un itinerario principale che transita dal Gran San Bernardo, e due varianti che entrano in territorio nazionale rispettivamente dal Monginevro e dal Moncenisio;
  • Nonostante la Guida Ufficiale italiana, nell’edizione cartacea, riporti i due percorsi del Monginevro e del Moncenisio, il sito internet internazionale ufficiale delle Vie Francigene (http://www.viefrancigene.org/), cita e rende disponibili le mappe solo del percorso dal Gran San Bernardo, nonostante tutte e tre le vie siano state certificate come “storiche”;
  • Tutte e tre le vie piemontesi transitano attraverso luoghi storici ed artistici rilevanti, notoriamente poco conosciuti dai turisti, come la bassa valle di Susa e l’alto Canavese, che potrebbero trarre nuova linfa ed un rinnovato interesse attraverso tale valorizzazione;

 rilevato che 

  • la Legge regionale n. 12 del 18 febbraio 2010, all’Art.1 cita: “La Regione Piemonte, nell’ambito degli indirizzi definiti dalla legislazione comunitaria e nazionale, in attuazione degli articoli 4, 5, 6, 7, 8 dello Statuto disciplina e promuove il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio escursionistico regionale, anche al fine di sviluppare il turismo sostenibile”;
  • tale legge, insieme al suo Regolamento Attuativo del 16 novembre 2012, istituisce il CATASTO REGIONALE DEL PATRIMONIO ESCURSIONISTICO, che al momento conta oltre 16.000 Km di percorsi escursionistici valorizzati in collaborazione con i Comuni e le Provincie;
  • Secondo l’Art 10, comma 1 della Legge regionale n. 12 del 18 febbraio 2010, i soggetti competenti ai fini della gestione tecnica di tale catasto sono “la Regione Piemonte, per i settori che coincidono in tutto o in parte con proprietà regionali, le province, le comunità montane, le comunità collinari, le unioni di comuni ed i comuni per i territori non compresi in una forma associativa, gli enti di gestione delle aree protette;”
  • gli itinerari ed i percorsi inseriti in tale “catasto” beneficiano di una particolare attenzione sotto l’aspetto della manutenzione e della valorizzazione, sia attraverso fondi locali che attraverso fondi europei legati al POR-FESR;
  • gli itinerari piemontesi della Via Francigena, promossi sul sito internet “Turismo Torino” e attraverso una serie di pubblicazioni regionali, ed i percorsi storico/devozionali del Piemonte, non risultano al momento inseriti in tale catasto e la manutenzione dei tracciati è lasciata all’opera di alcune associazioni di volontari senza alcuna risorsa se non i propri contributi;

ritenuto che

  • vi siano enormi margini di miglioramento nello sfruttamento turistico del tratto piemontese della Via Francigena e dei percorsi storico/devozionali del Piemonte, presupponendo sia una pubblicizzazione corretta delle diverse Vie sui siti tematici, sia una risistemazione del percorso dal lato logistico (sicurezza e segnaletica) e dal punto di vista dell’ospitalità turistica, con ricadute sul territorio potenzialmente notevoli;

Il Consiglio regionale del Piemonte IMPEGNA la Giunta regionale

  • a promuovere, analogamente a quanto sta avvenendo riguardo al percorso della GTA (Grande Traversata delle Alpi), un protocollo d’intesa con il coinvolgimento di tutti gli enti locali che porti gli itinerari delle Vie Francigene ed i percorsi storico/devozionali del Piemonte ad essere inseriti nel CATASTO REGIONALE DEL PATRIMONIO ESCURSIONISTICO.
  • a promuovere l’inserimento paritario delle “tre varianti piemontesi” della Via Francigena nelle pubblicazioni ufficiali patrocinate dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Consiglio d’Europa.
  • a predisporre un piano pluriennale che migliori la fruibilità del tratto piemontese della Via Francigena e dei percorsi storico/devozionali del Piemonte, ne adegui il percorso dal punto di vista della sicurezza, ne incentivi l’ospitalità turistica in linea con lo spirito dei pellegrini e ne avvii una sistematica promozione sui canali nazionali e internazionali;
  • a promuovere la creazione di un tavolo interdirezionale regionale, partecipato in modo permanente dagli assessorati competenti in materia e dalle associazioni rappresentative sul territorio, che si occupi di individuare le linee strategiche generali, le azioni prioritarie e promuova i necessari raccordi con gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti nel progetto;
  • a proporre il 2017 quale “Anno Regionale dei Cammini”, concordando con le associazioni e gli altri enti pubblici e privati coinvolti un programma di attività condiviso da organizzare e promuovere sul territorio.