Indirizzi per il Termovalorizzatore del Gerbido

Mozione di Silvana Accossato

Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che

  • le discariche, rappresentano il sistema si smaltimento di maggior rischio per l’ambiente e per la salute pubblica. La direttiva 2008/98/CE, recepita nell’ordinamento italiano dal D.lgs. n.205/2010, prevede il superamento del sistema di gestione dei rifiuti fondato sullo smaltimento in discarica;

  • l’incenerimento dei rifiuti rappresenta la parte conclusiva e residuale di una gestione efficiente e sostenibile del ciclo integrato, di cui il riutilizzo, il riciclo e la differenziazione sono priorità rispetto allo smaltimento;

  • l’assenza di una rete adeguata e integrata di impianti di recupero e smaltimento rifiuti costituisce per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo una violazione della salvaguardia della vita privata e dei diritti dell’uomo;

  • in attuazione della programmazione provinciale di gestione dei rifiuti (PPGR2006) della Provincia di Torino è entrato in funzione il termovalorizzatore del Gerbido, nel 2012 in gestione provvisoria e dal 2013 nell’assetto definitivo, per una capacità autorizzata di 421.000 ton/a; tale impianto collocato “amministrativamente” nel Comune di Torino, costituisce l’impianto di smaltimento per i rifiuti urbani della Città di Torino e per gran parte dell’intera Provincia di Torino;

considerato che

  • il Parlamento Europeo, con Risoluzione del 20 aprile 2012 sulla revisione del VI programma d’azione ambientale e definizione delle priorità per il VII programma d’azione in materia ambientale ha sancito che “[…] 32. il settimo PAA debba prevedere la piena attuazione della legislazione sui rifiuti, in particolare il rispetto della gerarchia garantendo coerenza con le altre politiche del UE; ritiene che esso debba fissare obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio più ambiziosi, tra cui una netta riduzione della produzione dei rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati, con riferimento alla gerarchia prevista nella direttiva quadro sui rifiuti, e un divieto rigoroso di smaltimento in discarica dei rifiuti raccolti separatamente […]”;

  • l’articolo 35 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 – detto ”Sblocca Italia”- convertito in Legge 11 novembre 2014, n. 164 prevede: “ Tutti gli impianti di recupero energetico da rifiuti sia esistenti sia da realizzare sono autorizzati a saturazione del carico termico, [. . .], qualora sia stata valutata positivamente la compatibilita’ ambientale dell’impianto in tale assetto operativo, incluso il rispetto delle disposizioni sullo stato della qualita’ dell’aria[. ..]. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le autorita’ competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali degli impianti esistenti […]”;

  • a tal fine il Ministero dovrà effettuare una ricognizione per individuare gli impianti di incenerimento che costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, che attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell’autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore, e limitano il conferimento di rifiuti in discarica;

  • con l’individuazione della “rete nazionale ed integrata ed adeguata di impianti di incenerimento dei rifiuti”, lo Stato ha la finalità di disporre di un quadro a livello nazionale degli impianti esistenti, di quelli in fase di realizzazione e del fabbisogno residuo;

  • la messa a disposizione di tali impianti a livello nazionale (fatta salva la priorità di accesso ai rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale) consente di attenuare le procedure di infrazione aperte dall’Unione Europea contro l’Italia e di superare il sistema di smaltimento rifiuti in discarica. In Italia due terzi dei rifiuti urbani indifferenziati finisce in discarica e quasi sempre senza alcun trattamento; sono quattro le procedure di infrazione UE all’Italia per eccessivo conferimento di rifiuti a discariche fuori norma. Per la procedura conclusa il 15 ottobre, l’Italia è stata condannata ad una multa di 61,5 milioni di euro oltre a una sanzione giornaliera pari ad Euro 256.819,00 per ogni giorno successivo alla sentenza fino al momento di messa in regola;

  • il Termovalorizzatore del Gerbido non è ancora stato inserito nell’elenco del Ministero perché la ricognizione non è ancora stata effettuata e di conseguenza il Decreto non è ancora stato emanato;

  • le Regioni devono esprimere il proprio parere nell’ambito della Conferenza permanente Stato-Regioni e l’attuazione della norma è effettuata “tenendo conto della pianificazione regionale”;

considerato, inoltre, che

  • l’articolo 35 del decreto Sblocca Italia prevede che: “[…] nei suddetti impianti deve comunque essere assicurata priorità di accesso ai rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale fino al soddisfacimento del relativo fabbisogno e, solo per la disponibilità residua autorizzata al trattamento di rifiuti urbani prodotti in altre regioni”;

  • per quanto attiene la produzione di rifiuto indifferenziato la Provincia di Torino ha una produzione annua pari a 480.000 tonnellate, mentre per la Regione Piemonte si attesta sulle 943.000 tonnellate;

  • in virtù del quadro normativo vigente la Regione Piemonte ha facoltà di richiedere al Ministero dell’Ambiente che il termovalorizzatore del Gerbido non sia compreso dall’elenco degli insediamenti strategici di preminente interesse nazionale in considerazione della non attuale autosufficienza della Provincia di Torino e della Regione Piemonte;

  • la rideterminazione dei quantitativi conferibili non può in alcun modo incidere sull’efficienza dell’impianto e deve essere condizionata al miglioramento degli standard di sicurezza in materia di emissioni, già oggi più restrittivi rispetto alla normativa nazionale;

  • l’articolo 35 comma 7 della Legge n.164/2014 prevede l’erogazione di un contributo da distribuire alla prevenzione della produzione dei rifiuti, all’incentivazione della raccolta differenziata, a interventi di bonifica ambientale e al contenimento delle tariffe di gestione dei rifiuti urbani;

  • l’eventuale incremento dei rifiuti conferiti deve necessariamente comportare la rideterminazione delle compensazioni una tantum e di quelle commisurate ai volumi conferiti a favore dei comuni rientranti nell’aree di influenza dell’impianto per favorire politiche coerenti con gli obiettivi espressi dal legislatore nell’articolo 35 comma 7 della legge n. 164/2014;

IMPEGNA la Giunta regionale del Piemonte

  • a esprimere il proprio parere in conferenza permanente Stato-Regioni affinché il termovalorizzatore del Gerbido non sia inserito nell’elenco degli insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, evidenziando l’attuale mancata autosufficienza impiantistica regionale che non può considerare, nel proprio bilancio generale di impianti esistenti, le discariche presenti nella Città Metropolitana di Torino e della Regione Piemonte;

  • a sollecitare il Ministero dell’Ambiente affinché ribadisca, negli atti normativi, il rispetto del principio di prossimità per lo smaltimento e la gestione dei rifiuti, che va attuato, raggiungendo per ogni regione, l’autosufficenza impiantistica;

  • a proporre che, nel caso di maggiori conferimenti rispetto alle attuali 421.000 tonnellate autorizzate la Regione promuova la revisione delle compensazioni ambientali (una tantum e commisurate al volume di conferimento), affinché siano .coerenti con i principi enunciati dall’articolo 35 comma 7 della Legge 164 11 novembre 2014, n. 164 – “destinazione di contributi per la prevenzione della produzione dei rifiuti, all’incentivazione della raccolta differenziata, a interventi di bonifica ambientale e al contenimento delle tariffe di gestione dei rifiuti urbani”;

  • a sostenere come prioritarie: la realizzazione del piano metropolitano di teleriscaldamento, la movimentazione ferroviaria dei rifiuti e delle scorie del termovalorizzatore, l’apertura dell’ingresso della tangenziale presso il sito del Gerbido e la realizzazione della FM5, in quanto infrastrutture che determinano i maggiori benefici ambientali.

  • a dare piena attuazione agli accordi sottoscritti dalla Regione Piemonte per la rilocalizzazione della Servizi Industriali.