Costruzione impianto biodigestore in località Camposaragna (GE) e ricadute critiche sul territorio piemontese

Ordine del giorno di Walter Ottria

Premesso che

  • in data 17/07/2015 è stato attivato, da parte della Regione Liguria, il procedimento di verifica/screening per il progetto di impianto di energia elettrica da biogas derivante da trattamento anaerobico della frazione organica dei RSU e rifiuti speciali non pericolosi proposto dalla ENERGA s.r.l. e previsto in località Camposaragna nel Comune di Isola del Cantone (GE);

  • tale impianto si configura come un biodigestore alimentato a bio-massa grigia che tratterà per l’80% il FORSU e per il restante 20% (circa 6.000 t/anno) rifiuti di derivazione industriale;

  • il progetto prevede il trattamento di 33.000 tonnellate di rifiuti all’anno, una cifra di gran lunga superiore al fabbisogno dell’intera Valle (quasi 10 volte) e corrispondente al 60% della produzione di FORSU dell’intera Liguria;

  • tale mole di rifiuti trattati, calcolato il tempo di fermentazione degli stessi, richiederà una giacenza media in impianto di 9.000t di rifiuti sempre presenti nell’impianto;

rilevato che

  • l’impianto sarà localizzato su di un terrazzo fluviale sulla sponda orografica sinistra dello Scrivia, tra la strada provinciale ex SS 35 dei Giovi, il tracciato ferroviario della linea Genova-Arquata ed il greto del torrente stesso;

  • il layout dell’impianto evidenzia che parte del biodigestore si troverà ad essere a soli 70 metri dal torrente Scrivia;

  • il corso teorico del suddetto torrente verrà modificato, con il conseguente innalzamento del suo attuale livello, a seguito dell’ultimazione dell’impianto idroelettrico MERETA (già in fase avanzata) posto a circa 50mt. a valle dell’impianto oggetto di questa interrogazione;

tenuto conto che

  • nonostante l’impianto si configuri come un processo al 90% a “ciclo chiuso”, dal progetto emerge la presenza di uno “scarico in corpo idrico superficiale” (il torrente Scrivia) previsto per una frazione del distillato di digestato ottenuto dal processo di evaporazione;

  • tale scarico potrà avere una portata variabile tra gli 8.33m3/h e i 50m3/h e nel progetto – per quanto riguarda questa parte – non prevede né sistemi di monitoraggio in continuo ne campionature a spot;

evidenziato che

  • la presenza dello scarico ha spinto il dipartimento ambiente della Regione Liguria a coinvolgere il paritetico ufficio della regione Piemonte nel processo autorizzativo al fine di indagare se la nostra Regione ritenga opportuno e necessario essere coinvolta nel procedimento, volto all’emissione del parere di compatibilità ambientale, rinviando l’analisi del progetto e la relativa istruttoria a un procedimento di VIA regionale (ai sensi dell’art. 13 bis comma 2 l.r. n. 38/98 e dell’art. 30 comma 2 del d.lgs 152/2006);

  • all’interno di tale comunicazione del 15/10/2015, la Regione Liguria sostiene che l’immissione dello scarico è prevista nel Torrente Scrivia che, nel tratto in esame, è classificato con stato chimico non buono e stato ecologico non buono ai sensi della DGR n.1615/2012;

  • il contributo teorico dello scarico al corpo idrico in condizioni conservative (massima portata dello scarico, carattere virtualmente conservativo degli inquinanti, massima concentrazione ammessa dalla legge, minima portata del corpo idrico) assume una qualche rilevanza solo per il parametro azoto ammoniacale;

  • l’incremento di tale sostanza dovuto allo scarico risulta pari a circa 0.017mg/l., ovvero un valore più basso di 0,03 mg/l che rappresenta la soglia superiore per il livello di migliore qualità dell’indice LIMeco (livello di inquinamento dai macrodescrittori per lo stato ecologico, un singolo descrittore che viene utilizzato per individuare le classi di qualità di un’acqua corrente);

evidenziato inoltre che

  • la Regione Liguria sostiene che, nonostante le condizioni attuali del corpo idrico (stato chimico non buono e stato ecologico non buono) di per sé non impongono particolare cautela, modalità di scarico massivo, con portate concentrate in brevi periodi, potrebbero erodere i margini di sicurezza della stima;

  • si rileva che la problematica inerente l’ipotesi di scarico in corpo idrico debba essere approfondita attraverso un’attenta analisi che verifichi nel dettaglio l’impatto sulla qualità delle acque, contestualizzato al corpo idrico ricevente, prevedendo le migliori strategie di mitigazione percorribili dal punto di vista tecnico-economico;

considerato che

  • il confine con la Regione Piemonte è posto a breve distanza dalla localizzazione ipotizzata per l’impianto in oggetto e che non sono escludibili impatti ambientali rilevanti ovvero effetti ambientali negativi e significativi sul territorio piemontese;

  • dal Torrente Scrivia sono emunte acque destinate all’approvvigionamento idro-potabile di alcuni comuni della nostra Regione, tra cui, Arquata e Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Pozzolo Formigaro, Tortona, Cassano Spinola, Villarvernia , Carbonara e Viguzzolo (più 100.000 abitanti);

  • da una misura camerale risulta che la ENERGA s.r.l. ha un capitale sociale pari a 20.000€, del tutto inadeguato perciò a far fronte ad eventuali danni che potrebbe creare.

  • il Piemonte ha già nel suo territorio 53 siti in prossimità del torrente Scrivia da bonificare o in corso di bonifica;

IMPEGNA

la Giunta regionale

  • ad essere parte attiva del processo istruttorio autorizzativo di questo impianto;

  • ad esprimere le proprie valutazioni tenendo in massima considerazione tutti gli aspetti legati al rapporto rischio/beneficio secondo il principio di precauzione, date le ricadute ambientali possibili della realizzazione dell’opera in oggetto sul territorio piemontese che potrebbero pregiudicare la qualità delle acque del torrente Scrivia;

  • per le stesse motivazioni, a dare ampie e puntuali comunicazioni agli Enti Locali della nostra Regione interessati.