Controlli in merito all’indennità concessa ai proprietari o possessori di terreni su cui sono radicate piante arboree di riconosciuta capacità tartufigena

 

Premesso che

  • il tartufo è un prodotto tipico del Piemonte dall’ineguagliabile valore enogastronomico, rinomato a livello internazionale nonché di riconosciuto valore scientifico;

  • la Regione Piemonte da sempre valorizza la risorsa-tartufo, come confermato dalla legge regionale 25 giugno 2008, n. 16 “Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale”, che ha tra le proprie finalità quella di promuovere la tutela e la valorizzazione dei tartufi e dell’ambiente naturale in cui si riproducono;

  • un ruolo fondamentale nella riproduzione dei tartufi è svolto dalle piante tartufigene (note scientificamente come piante micorrizzate), ovvero quelle essenze arboree, appartenenti a diversi generi, che sono unite in simbiosi con le specie pregiate di tartufo;

considerato che

  • in base all’articolo 4 della citata l.r. n. 16/2008 la Regione riconosce un’indennità ai proprietari o possessori di terreni su cui sono radicate piante arboree di riconosciuta capacità tartufigena per ogni soggetto arboreo che si impegnino a conservare, secondo uno specifico piano di coltura e conservazione, permettendo, nel contempo, la libera raccolta dei tartufi sul terreno ove lo stesso è radicato. La stessa indennità è concessa alle associazioni di raccoglitori che conducano, a titolo di proprietà o affitto, terreni su cui sono radicate piante arboree di riconosciuta capacità tartufigena;

  • l’identificazione delle piante tartufigene è demandata alla Commissione consultiva comunale per l’agricoltura e le foreste e l’indennità può essere concessa per un numero massimo di 25 piante per ettaro;

rilevato che

  • risulta che su 17.213 piante cui viene riconosciuta l’indennità almeno il 35 per cento non abbia, di fatto, i requisiti per ottenerla;

  • le associazioni dei cercatori di tartufi hanno infatti ripetutamente segnalato alla Regione, all’IPLA ed alle Commissioni consultive comunali piante tartufigene inesistenti o, addirittura, in alcuni casi spettanze di cercatori ormai morte per cui si continua a percepire l’indennità sollecitando, pertanto, l’applicazione di controlli più stringenti;

  • le associazioni di cercatori hanno inoltre avanzato la proposta di individuare le modalità atte a consentire che le piante indennizzabili possano essere sottoposte al controllo anche da parte della comunità dei cercatori stessi;

sottolineato che

  • i controlli sollecitati risultano essere tuttora ancora carenti pur essendo indispensabili soprattutto per chi dichiari 25 o più piante tartufigene;

INTERROGA

l’Assessore competente per sapere

  • come intenda attuare i necessari controlli sugli aventi diritto all’indennità, per quanto riguarda modalità e tempistiche, in modo da evitare ogni possibile abuso e spreco di risorse pubbliche.