Città della Salute a metà tra Novara e Vercelli

Le dichiarazioni recentemente rilasciate alla stampa dal Sindaco di Novara circa i rischi che – ad avviso del medesimo – ancora correrebbe la Città della Salute, ovvero quelli di non essere realizzata a Novara o – addirittura – di non essere realizzata affatto, indicando nelle rivendicazioni di Vercelli la causa (o, almeno, una concausa) del problema, meritano da parte nostra alcune precisazioni ed un approfondimento.

Siamo innanzitutto sereni nel poter dire che da parte dei “vercellesi” non è mai venuta meno la correttezza dovuta agli altri territori e ai loro rappresentanti, e che pertanto la posizione assunta (con una lettera-appello, da parte del sottoscritto consigliere Molinari, e con dichiarazioni in pubbliche assemblee da parte del sottoscritto consigliere Corgnati) di rivendicare l’opportunità di uno spostamento della stessa Città della Salute in una posizione mediana tra Novara e Vercelli, è stata presa da subito alla luce del sole. Motivata, quest’ultima, sulla base di opportunità anche finanziarie (il risparmio che deriverebbe dall’esistenza di una sola struttura in luogo di due) ma principalmente di effetti che quel tipo di realtà potrebbe positivamente generare sull’intero tessuto sociale ed economico dei nostri territori.
Convinti, tuttavia, che quello stesso rispetto tra realtà territoriali, istituzionali e i loro rappresentanti debba sempre trovare una forma di reciprocità, possiamo certamente anche comprendere che il Sindaco di Novara dissenta dalla nostra proposta correttiva, ma non possiamo lasciare che si pensi “ai vercellesi” come ai sabotatori di un progetto che è senza dubbio validissimo, ma che pure senza dubbio è complesso, articolato, e che tanto più potrà essere difeso e sviluppato quanto più dimostrerà di porsi al servizio di un’area vasta anziché alle volontà egemoniche di un singolo territorio.

L’ubicazione della Città della Salute tra i due capoluoghi era già stata posta in agenda dal precedente Assessore alla Sanità della Regione, e nulla ci fa ritenere che quella strada – che nasceva peraltro dall’ipotesi, anch’essa non peregrina, di un hub unico tra Novara e Vercelli – non possa essere ripresa. Per Vercelli questo significherebbe costruire un ponte sul futuro, guardando ad una soluzione ambiziosa e coraggiosa che comunque cambierebbe (anche) il nostro rapporto con consuetudini e certezze consolidate; e che, anche per questo, certamente non può definirsi campanilistica. Semmai una scelta di questo tipo ci parrebbe densa di prospettiva per entrambe le realtà coinvolte, poiché siamo convinti che anche Novara trarrebbe benefici da un asse interprovinciale.

In ogni caso tanto vogliamo rassicurare il Sindaco di Novara che da parte nostra mai verrà meno la lealtà, né tantomeno la volontà di operare “ a viso aperto”. E in ogni caso – sia chiaro – sempre per costruire, mai per boicottare. Questo perchè siamo convinti della assoluta bontà delle nostre ragioni, e perchè crediamo che giorno dopo giorno la situazione generale ci porterà naturalmente verso una soluzione di buon senso: che miri a razionalizzare, semplificando e migliorando le erogazioni dei servizi, e riducendo i centri di costo.

Le parole del Sindaco comunque hanno il pregio di dimostrare, una volta di più, a chi nella nostra Vercelli o nella nostra Provincia è (o semplicemente si mostra) scettico sulle possibilità di riaprire i giochi sul tema Città della Salute, che quei giochi sono assolutamente aperti.
E noi siamo assolutamente pronti a giocare la partita.

Speriamo di non essere i soli. Perchè chi oggi rinuncia a provarci, non solo si assume la responsabilità di quel che sarà del nostro futuro di ASL tra 10/15 anni (quando la presenza di un nuovo maxi ospedale a Novara rischierebbe concretamente di togliere ogni senso a un presidio minore e vetusto posto a soli 18 km di distanza) ma dimostrerà, nei fatti, anche una subalternità a Novara che davvero non ci si aspetterebbe da chi dice di voler bene a Vercelli, e che dell‘orgoglio vercellese spesso ha fatto una bandiera.

Bisogna pensare al futuro. Bisogna farlo tutti insieme.

Gabriele Molinari
Giovanni Corgnati