PROFUGHI: “LA REGIONE NON LASCI I SINDACI SOLI”

«In Piemonte al momento risultano arrivati più di 5000 profughi ucraini (il 50% sono donne e il 40% bambini) e circa il 90% sono ospitati in strutture private, famiglie, enti religiosi e associazioni. Il numero dei profughi è destinato a crescere con il passare dei giorni. Ad oggi non esistono linee guida regionali, pertanto consorzi socio assistenziali e Sindaci devono arrangiarsi nel gestire situazioni complicate senza coordinamento alcuno. Né è chiaro se e da chi verranno coperti gli extra-costi che Comuni ed enti socio assistenziali stanno già affrontando per prendersi carico dei rifugiati. Ho presentato un Question Time per avere chiarimenti dal Presidente Cirio, che è il Commissario delegato alla gestione dell’emergenza, su come la Regione intende aiutare gli enti locali nella gestione dei profughi dall’Ucraina. I Sindaci non possono essere lasciati soli e le modalità organizzative fin qui messe in campo non sono sufficienti». Lo afferma il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle (Pd), in occasione della discussione dell’Interrogazione urgente sull’emergenza profughi.

«La situazione è complicata ma non è ammissibile che si verifichino episodi come quello accaduto ieri a Chieri, dove mamme e bambini sono stati ospitati in un ex albergo senza che il Comune ne fosse informato e senza che nessuno abbia fatto un sopralluogo per verificare le condizioni della struttura. Evidentemente c’è un problema di comunicazione che la Regione Piemonte è chiamata a risolvere. In particolare, occorre chiarire ai Comuni come garantire assistenza, educazione scolastica e trasporto scolastico ai minori, quali documenti il Comune debba rilasciare agli ospiti e come gestire eventuali situazioni di incompatibilità ospitante/ospitato. Occorre fare chiarezza sia sulle procedure sanitarie sia su quelle socio-assistenziali. Per esempio, sarebbe utile se le Asl mettessero a disposizione uno sportello di zona sia per gli aspetti sanitari (iscrizione al sistema sanitario, scelta del medico o del pediatra, prenotazione visite o vaccini, ecc.) sia per quelli assistenziali. Bisogna pensare ad un supporto psicologico, ad attività di inserimento nelle comunità (sportive, ricreative, culturali) come nelle scuole, a percorsi di inserimento lavorativo. Tutti aspetti che richiedono un deciso ruolo di regia da parte della Regione Piemonte ed uno stretto coordinamento con Prefetture e Comuni. I nostri amministratori locali ancora una volta stanno dando prova di grande generosità, ma non possono certo affidarsi all’arte di arrangiarsi».