“ABUSI NEL RICORSO AGLI ELICOTTERI DEL SOCCORSO ALPINO PIEMONTESE”

«Nell’estate che volge al termine si sono verificati in Piemonte numerosi episodi di ricorso inappropriato all’elicottero del soccorso alpino, uno su tutti il caso dell’11 luglio a Crissolo, una domenica di bel tempo in cui l’elicottero è stato impegnato per circa cinque ore per soccorrere un gruppo di escursionisti privi di reali problemi sanitari, che avrebbero potuto tranquillamente essere soccorsi dai Vigili del Fuoco. Alla luce del costo esorbitante dell’elicottero (100 euro al minuto) e dell’equipe sanitaria, è legittimo chiedersi se l’assessorato alla sanità della Regione, a cui fa capo il soccorso alpino, non stia trascurando il controllo di gestione di un servizio così essenziale e delicato.

A fronte di liste d’attesa lunghissime per le più banali prestazioni sanitarie in regime pubblico, è inaccettabile che su altri versanti della sanità, come il soccorso alpino, si indulga a forme così conclamate e reiterate di spreco, distogliendo prezioso personale e mezzi iper tecnologici dalle vere emergenze.   

In una Regione come il Piemonte, caratterizzata per il 50% da territorio montano, denunciamo una scarsa attenzione alle spese del soccorso alpino e all’educazione alle regole di accesso alla montagna per tutti quegli escursionisti che si espongono alle situazioni di pericolo senza la necessaria preparazione. Segnaliamo inoltre il pressoché totale oblio della Delibera regionale del 2015, che prevede una compartecipazione ai costi del soccorso alpino da parte degli escursionisti che non versano in difficoltà sanitaria.

L’elicottero non è un taxi per scendere a valle, ma un mezzo che andrebbe mobilitato con la dovuta oculatezza e parsimonia».

La consigliera regionale PD