Sostegno all’apicoltura piemontese

Individuare, in sede di assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, idonee risorse finalizzate a sostenere l’apicoltura piemontese, con particolare riguardo all’attività di formazione e di aggiornamento degli operatori professionali.

        Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che

  • l’apicoltura è un’attività che si colloca in una posizione di notevole importanza nell’economia agricola e forestale contribuendo, peraltro, alla conservazione dell’ambiente e degli ecosistemi naturali, oltre che al miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni agricole, in particolare di quelle frutticole. Inoltre, nella medicina tradizionale, le virtù del miele e della propoli sono note da tempi antichissimi e studi scientifici degli ultimi decenni hanno permesso di confermare e di comprenderne meglio le molteplici proprietà. Tra i nuovi aspetti terapeutici è, poi, particolarmente rilevante l’uso del veleno d’ape, importante cura per i reumatismi e i dolori articolarigrazie alle sue proprietà anticoagulanti ed anti-infiammatorie;
  • l’Italia è il quarto paese europeo per produzione di miele con oltre 50 mila apicoltori; esso è, tra l’altro, l’unico paese al mondo in cui la produzione di miele è caratterizzata da ben 30-40 diverse fioriture tipiche, che fanno del nostro territorio una realtà unica per assortimento e qualità dei mieli prodotti;
  • l’apicoltura piemontese rappresenta un settore produttivo di sicuro peso a livello economico regionale, caratteristica che viene riconosciuta anche a livello nazionale, ove rappresenta una delle più importanti realtà italiane;

premesso, altresì, che

  • la Regione Piemonte ha dettato norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell’apicoltura sul proprio territorio attraverso la legge regionale 3 agosto 1998, n. 20, modificata nel 2015, che ha riconosciuto l’apicoltura effettuata da apicoltori produttori apistici come attività imprenditoriale agricola di tipo zootecnico, nonché come materia di formazione professionale, di assistenza tecnica e divulgazione in agricoltura;
  • l’articolo 6 della suddetta normativa prevede incentivi a favore dell’apicoltura piemontese; tra le iniziative e le attività che possono essere oggetto di contributi vi sono anche quelle di formazione e aggiornamento professionale degli apicoltori;

considerato che

  • l’import di miele, anche nella nostra regione, continua a superare i valori dell’export, segno palese questo che la domanda interna necessità di una maggiore produzione;
  • secondo dati di Coldiretti del 2015, nell’anno 2014 è stato registrato a livello nazionale un aumento di circa il 17 per cento delle importazioni dall’estero, mentre le esportazioni sono crollate del 26 per cento, con il risultato preoccupante che in Italia due barattoli di miele su tre, venduti nei negozi e nei supermercati, contengono, in realtà, miele straniero. Ad allarmare è, soprattutto, il fatto che più di un terzo del miele importato provenga dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina, dall’Argentina e dalla Spagna dove sono permesse coltivazioni OGM che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta;

ritenuto che

  • l’apicoltura sia un’attività che non richiede rilevanti investimenti in fase di avvio ma sia, invece, particolarmente importante l’attività formativa, assolutamente indispensabile per aggiornare gli operatori professionali, oltre che per formarne di nuovi, contribuendo così anche a creare posti di lavoro;

sottolineato che

  • nel Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, il capitolo di spesa regionale previsto a finanziamento della l.r. 20/98 (il n. 184275) risulta azzerato;

IMPEGNA la Giunta regionale

  • ad individuare, in sede di assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, idonee risorse finalizzate a sostenere l’apicoltura piemontese, con particolare riguardo all’attività di formazione e di aggiornamento degli operatori professionali.