Futuro dell’ippodromo di Vinovo

Interrogazione di Futuro dell’ippodromo di Vinovo

 Premesso che 

  • il Piemonte ha un ruolo significativo nella storia dell’ippica italiana. Casa Savoia, infatti, è stata tra i maggiori promotori dello sviluppo delle razze equine; per tutto l’800 a Torino vennero organizzate corse di cavalli e, nel 1835, venne fondato il primo nucleo della futura Società Torinese per le Corse di Cavalli. Vinovo diventa la casa dell’ippica torinese dagli inizi degli anni 60, prima con lo storico impianto di galoppo “Federico Tesio”, chiuso nel 2001, poi con l’ippodromo Stupinigi, un palcoscenico per cavalli d’eccezione, dalla vittoria di Tornese del 1961 nel “Campo di Mirafiori” fino alle vittorie dei nostri giorni di Varenne nel “Marangoni” e nel “Città di Torino”;
  • l’ippodromo di Vinovo con i suoi 25 ettari di estensione è considerato tra i migliori a livello nazionale ed è caratterizzato da una pista difficile e selettiva con il primato della più lunga retta d’arrivo d’Italia;

considerato che 

  • in base al decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 il Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) è subentrato all’Agenzia per lo sviluppo dell’ippica nella gestione e organizzazione di tutto il settore. Il Ministero si occupa, pertanto, anche dell’assegnazione delle riunioni di corse ai vari ippodromi del territorio italiano;
  • nel 2015 il MIPAAF ha destinato solo 51 riunioni a Vinovo e un Montepremi complessivo di circa 3milioni, numeri decisamente inferiore rispetto a molte altre regioni e che confermano il calo costante verificatosi negli ultimi anni: nel 2013 infatti si sono tenute 91 riunioni (con oltre 7milioni di Montepremi), scese a 65 nel 2014 (con 4milioni e mezzo di Montepremi). Basti considerare che, nel solo anno 2014 altre regioni come l’Emilia Romagna e la Campania hanno avuto rispettivamente 132 e 154 riunioni di corse per Montepremi di oltre 7 e 9 milioni di euro;
  • tali limitate assegnazioni producono effetti pesantemente negativi sull’ippodromo di Vinovo. Nei mesi di novembre e dicembre infatti l’impianto resterà chiuso e la società che lo gestisce, già in pesanti difficoltà finanziarie a causa della crisi di tutto il settore ippico, potrebbe di conseguenza subire il tracollo definitivo;

ritenuto che 

  • se la sospensione dell’attività dell’ippodromo dovesse riguardare anche i primi mesi del 2016 si produrrebbero nell’immediato gravi conseguenze: alla riapertura dell’impianto probabilmente molte scuderie presenti nel centro di allenamento dell’ippodromo potrebbero aver chiuso e i relativi cavalli potrebbero essere stati venduti in altre regioni o spostati in altre realtà italiane alla ricerca di corse e Montepremi;
  • conseguenze ancora più gravi si avrebbero a livello occupazionale: l’ippodromo di Vinovo infatti per mesi non avrebbe possibilità di aprire al pubblico e di svolgere la propria attività, per cui i 17 dipendenti diretti a tempo pieno della struttura potrebbero essere collocati in cassa integrazione ed i circa 50 dipendenti a tempo parziale rischierebbero di perdere il posto di lavoro;
  • l’intero indotto legato alle corse ed ai cavalli (artieri, allenatori, maniscalchi, veterinari, etc.) avrebbe pesanti ricadute negative se le corse presso l’impianto di Vinovo non dovessero tenersi per mesi;

sottolineato che  

  • l’ippodromo di Vinovo ha svolto negli ultimi anni un ruolo cruciale per l’ippica non soltanto piemontese, ma di tutto il nord Italia considerando che, dalla chiusura nel 2013 dello storico ippodromo milanese di San Siro alla riapertura dell’ippodromo della Maura a Milano lo scorso maggio, Vinovo è stato punto di riferimento anche per scuderie e professionisti lombardi;

INTERROGA l’Assessore regionale competente per sapere

  • alla luce di quanto esposto in premessa quali azioni intenda adottare nei confronti del Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali al fine di ottenere il riequilibrio nella distribuzione delle corse ippiche sul territorio nazionale e garantire il futuro dell’ippodromo di Vinovo e dei suoi lavoratori.