Sul bilancio della Regione Piemonte

L’intervento di Davide Gariglio

Stiamo vivendo un momento drammatico della vita di questa nostra comunità regionale, di questo nostro Ente. E’ un momento in cui tutti noi siamo chiamati ad una grande responsabilità, che ci fa sentire anche piccoli di fronte alle sfide che dobbiamo affrontare e ai numeri che ci sono stati impietosamente elencati. Elencati impietosamente, ma anche con una logica di verità, che noi apprezziamo.

Volevo dire subito che il Gruppo consiliare del Partito Democratico si riconosce totalmente e pienamente nelle linee politiche che, a nome della Giunta regionale, il Vicepresidente ha appena illustrato. Ci riconosciamo e apprezziamo la determinazione con cui è stata fatta questa relazione; apprezziamo lo spirito di verità con cui oggi sono stati dati numeri certi, anche al di là di quanto emerso nel giudizio di parifica che si è tenuto la scorsa settimana.

Per troppi anni, dal 2000 in avanti, in questa Regione si è vissuti al di sopra delle proprie possibilità. La Regione Piemonte, l’Ente regione, è stata come una famiglia che ogni anno incassa 100, ma spende 120. Questo è possibile finché c’è qualcuno che fa prestiti, finché si riesce a ingannare i creditori, ma arriva un punto in cui non si può fare più. A quel punto, se si ha a cuore il bene della famiglia, si devono prendere decisioni. Credo che quel punto oggi sia arrivato.

Ho apprezzato, in particolare, l’atteggiamento che oggi ha guidato l’intervento del Vicepresidente Reschigna, e che faremo nostro come Gruppo consiliare. Non è questo il momento in cui ci si rimpalla le responsabilità, in cui si dice che è colpa di quello che è stato fatto nella legislatura precedente. Quelli che governavano nella scorsa legislatura dicevano: ” è colpa di quello che è stato fatto prima durante la legislatura Bresso”; quelli che erano in maggioranza durante la legislatura Bresso dicevano: “è colpa di quello che ha fatto Ghigo nei dieci anni precedenti”. A noi non interessa più fare questa sterile ricorsa sul passato per far risalire le responsabilità ad Adamo ed Eva e, in linea diretta, ai loro discendenti.

Oggi siamo di fronte ad una situazione di debito mostruoso, ad una situazione in cui i giochi di bilancio non sono più possibili o, comunque, sono assolutamente negativi per la salute della nostra Regione. Oggi il Vicepresidente della Giunta ci ha parlato di un debito di 700-750 milioni che emergerà dalla rivisitazione dei fondi da reimpostare, dalla rivisitazione dei residui passivi. Tutti dati su cui, in passato, si è cercato di fare luce, senza mai arrivare ad un quadro definitivo. Credo sia giusto partire da una situazione di verità. Anche se ci lascia l’amaro in bocca vedere gli organismi contabili, deputati a controllare i bilanci delle Regioni, pronunciarsi diversamente da Regione a Regione, credo sia giusto per noi, che siamo amministratori, prendere atto di quello che è stato detto ed iniziare a lavorare per risolvere il problema.

La situazione è tale che l’Ente Regione rischia di essere un Ente deputato solo più a pagare gli stipendi (tra gli stipendi includo anche quelli dei Consiglieri regionali) e a pagare la propria amministrazione, il proprio funzionamento. Noi non vogliamo questo. Per questo siamo assolutamente determinati nel sostenere la linea che oggi è stata annunciata dal Vicepresidente Reschigna. La nostra organizzazione non deve essere solo più funzionale al proprio mantenimento, noi dobbiamo agire affinché la Regione possa svolgere le funzioni per cui è nata e fra esse noi abbiamo due priorità:

La prima: garantire la spesa sociale, cioè garantire gli interventi della Regione a sostegno delle persone più deboli; un tempo avremmo detto delle persone più povere, cioè delle persone che si aspettano da noi un intervento che vada in aiuto alle loro difficoltà. Penso alle politiche sociali, penso al diritto allo studio, penso alle politiche per la casa.
La seconda: reperire risorse per fare quanto è possibile per sostenere la ripresa economica, per sostenere lo sforzo di chi vuole investire, di chi vuole intraprendere, di chi è disposto ad investire il proprio denaro non solo in titoli di Stato, ma per creare lavoro e occupazione e per creare impresa.
Dobbiamo fare queste due cose. Se per fare queste cose serve intervenire sulla macchina, dobbiamo intervenire sulla macchina. Chiediamo di farlo, com’è stato annunciato, non con tagli lineari: chiediamo di farlo discriminando situazione da situazione, chiediamo di farlo in tutti i settori. Non sono stati illustrati oggi, ma immagino verrà fatto nelle prossime settimane. Anche il comparto della sanità, che rappresenta la spesa maggiore, dovrà essere oggetto di un intervento altrettanto attento ed accurato.

Noi vogliamo fare questi interventi perché vogliamo liberare risorse per le finalità sociali e a sostegno della ripresa dell’occupazione, in tutti i settori: dall’industria all’artigianato, all’agricoltura, alla cultura. Per tutti questi settori dobbiamo recuperare risorse per favorire l’occupazione e la ripresa della Regione. E’ quasi una mission impossible, me ne rendo conto, ma è una missione che dobbiamo tentare!

Oggi assumiamo pienamente su di noi questa responsabilità. Il Gruppo consiliare del Partito Democratico, con i propri Consiglieri, sosterrà questa operazione. Qui abbiamo Consiglieri che non sono stati eletti al traino di uno o dell’altro, ma Consiglieri eletti con una propria legittimazione sul territorio, con proprio consenso, con proprie storie di impegni; tutte persone che sono qui e che lavoreranno qui per costruire delle soluzioni, anche con la possibilità di intervenire, dare soluzioni, correggere e stimolare. Ed è quello che ci piacerebbe riuscire a fare e per cui ci impegneremo: riuscire a portare il nostro contributo, le nostre idee per far fare un passo in avanti.

Ma questi Consiglieri che accettano la sfida di intervenire materia per materia, per andare a intervenire anche nelle proprie case, anche nei propri collegi elettorali, mettendoci la faccia, chiedono una cosa. Se noi andiamo in giro – e andremo – spiegando le ragioni di questi interventi, mettendoci la faccia, andando anche dal nostro elettorato a dire che alcune cose vanno fatte per il bene comune, chiediamo però una cosa: che ci sia il rispetto del ruolo del Consiglio, la parlamentarizzazione di questi interventi, cioè che quest’Aula e le Commissioni siano al centro del dibattito che deciderà queste linee, che tradurrà queste linee in indirizzi, in atti normativi, in atti concreti.

Non è il momento di leggere annunci sui giornali, non è il momento di sapere le cose da interventi a episodi, cioè è il momento di lavorare insieme, confrontandoci in quest’Aula e confrontandoci con gli Amministratori fuori di quest’Aula per decidere le soluzioni nell’interesse della nostra Regione.
Noi siamo impegnati in questo, accettiamo questa sfida e lavoreremo per realizzare questa sfida. Lo facciamo perché sappiamo che dobbiamo lavorare per il futuro.

Io sono padre da poco di due bambine e tanti qui sono padri o comunque hanno dei giovani dietro le spalle. E allora, quando noi facciamo politica, credo continuativamente ci venga da pensare che le scelte che facciamo oggi sono importanti, certo, nell’immediato e finalizzate anche nell’immediato a un recupero di consenso, perché siamo misurati di 5 anni in 5 anni, ma l’orizzonte che dobbiamo avere e che assumiamo oggi in quest’Aula è un orizzonte più ampio: è l’orizzonte dei nostri figli, del futuro dei nostri figli, che per un pezzo passa anche attraverso la nostra piccola azione di Amministratori.

Noi oggi, con le decisioni che siamo chiamati qui ad assumere, dobbiamo costruire il futuro di questa Regione non solo come Ente, ma di questa Regione come comunità regionale. Sappiamo che dobbiamo farlo, sappiamo che per farlo sono necessarie scelte dolorose oggi, ma come un padre quando si relaziona ai propri figli sa che non viene giudicato su quello che toglie nell’immediato, non viene giudicato su quello che dà oggi, ma sul percorso che costruisce, sul futuro che costruisce ai propri figli, sulle possibilità che dà ai propri figli di costruirsi un futuro, così noi oggi vogliamo fare per questa Regione.

Vogliamo lavorare per questo, ci impegniamo in questo, il Gruppo parlamentare piemontese del Partito Democratico (da sabato verrà riunito su questo punto) si mette a disposizione per fare un’azione di lobbying in Parlamento a tutela degli interessi di questa comunità regionale in questo momento difficile. Chiediamo di lavorare anche con gli altri, anche quelli che oggi sono qui all’opposizione, anche con quelle persone che in Parlamentano rappresentano altri Gruppi di maggioranza e di opposizione. Abbiamo una missione comune: quella di lavorare insieme per il futuro di questa Regione.

Oggi passa da noi, passa da queste scelte, sono scelte dolorose, scelte che nell’immediato sappiamo che graveranno principalmente sulle spalle dei Gruppi di maggioranza, in particolare del Partito Democratico, sono scelte che nell’immediato ci faranno perdere consenso, ma sono scelte che noi ci impegniamo a portare avanti in una logica di responsabilità verso il futuro che vogliamo costruire.

Da ultimo – e mi scuso – una considerazione conclusiva. Le cifre sono molto grandi, gli interventi designati dal Vicepresidente Reschigna sono interventi ambiziosi, che puntano a recuperare grandi cifre, ma noi dobbiamo dare l’esempio. Qua dentro, quest’Aula deve dare l’esempio. E noi siamo a disposizione. Non vogliamo essere i primi della classe perché non lo siamo, ma chiediamo che l’Ufficio di Presidenza, convocando tutti Gruppi consiliari, faccia anche delle scelte che rendano trasparente all’esterno che i Consiglieri regionali e gli Assessori in quest’Aula sono disposti a togliersi qualcosa nel momento in cui andiamo fuori da quest’Aula a chiedere ai nostri dipendenti, alla gente che lavora per noi, alla gente che attende risposte da noi dei sacrifici.

Chiediamo che lo faccia l’Ufficio di Presidenza, perché non può essere una battaglia di parte di Tizio contro Caio, ma lo devono fare tutti. E chiediamo anche che lo faccia la politica in senso lato, perché la politica non è solo la gente eletta in quest’Aula, eletta con legittimazione popolare diretta, ma è fatta da una pletora di persone che vive nei Consigli di amministrazione, che ha incarichi di responsabilità, che sono chiamate a dare un esempio anche loro. E su questo chiediamo che la Giunta regionale, che è direttamente responsabile di questa seconda parte, assuma con coraggio e con forza scelte conseguenti. Noi faremo la nostra parte. Grazie.