COSA PENSA DI FARE LA REGIONE A TUTELA DELL’EXPORT PIEMONTESE? NULLA

«“In questa fase non sono previste misure finanziarie da parte della Regione”: questo è quanto ha risposto l’assessore Fabrizio Ricca al mio Question time con cui chiedevo di illustrare gli intendimenti della Regione Piemonte per tutelare le imprese dell’export piemontese direttamente penalizzate dagli effetti della guerra in Ucraina e per aprire nuovi mercati internazionali ai nostri prodotti. L’assessore Ricca promette, ma nell’ambito delle iniziative di promozione già in essere, l’intensificazione delle ricerche di nuovi mercati e di fondi europei. E poi ricorda l’indirizzo mail dell’Unità di crisi per le imprese istituita dal ministero degli Esteri. In sintesi: non abbiamo in programma di fare nulla di più di quanto già facciamo e se credete scrivete una mail. Davvero un po’ poco, viste le gravi difficoltà che il nostro mondo produttivo sta affrontando per il combinato disposto guerra, caro energia, inflazione, difficoltà negli approvvigionamenti. L’Api ha ricordato come il 13,6% delle pmi del torinese hanno legami commerciali con la Russia e l’8,2% con l’Ucraina. Per salvare queste aziende non basta una mail, ma servono urgentemente azioni specifiche, sia in termini di ristori sia di politiche mirate ad agevolare l’espansione del mercato piemontese verso altri Paesi. Quanto meno la Regione Piemonte dovrebbe sentirsi in dovere di convocare un tavolo con tutte le associazioni di categoria». Lo afferma consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), commentando la risposta al Question time discusso a Palazzo Lascaris, con il quale ha lanciato l’allarme sulle conseguenze del conflitto in Ucraina sull’export piemontese.

«Lo ripeto: le sanzioni alla Russia sono sacrosante, ma non possiamo farne pagare il ‘prezzo’ alle nostre imprese. È necessario ripensare in modo strutturale le relazioni commerciali tra il Piemonte e i mercati internazionali e la Regione Piemonte non può esimersi dal mettere in campo misure specifiche».