SUL MARIA ADELAIDE LA REGIONE CONTINUA A TACERE

«Sugli investimenti in sanità con i fondi del Pnrr siamo oramai al momento decisivo, quello delle scelte. Peccato che in queste scelte non siano stati né coinvolti né informati i Sindaci. Siamo di fronte all’irripetibile opportunità di ridisegnare la nostra sanità, rivoluzionando la medicina territoriale e recuperando presidi dismessi, come il Maria Adelaide di Torino, e questo presupporrebbe il pieno confronto con la Città Metropolitana e le amministrazioni locali. Invece, i Sindaci sono stati intenzionalmente tenuti all’oscuro ed esclusi, ridotti a spettatori silenti di decisioni che si pensa di far calare dall’alto. Grazie al Pnrr “atterreranno” in Piemonte 270 milioni di euro con i quali realizzare 90 Case di Comunità e 27 Ospedali di Comunità, oltre a 40 centrali operative e al potenziamento della telemedicina. Davvero qualcuno può pensare che tutto questo possa avvenire alle spalle dei sindaci? Il Pnrr è stato pensato per riformare la sanità dopo l’emergenza Covid, non per svuotare i cassetti dell’assessorato dei vecchi progetti o per favorire le amministrazioni di ‘colore amico’. Parte di queste risorse sono fondi “a debito”, che graveranno sulle spalle dei nostri figli, per questo occorre responsabilità e condivisione. Dalla prossima settimana le opposizioni a Palazzo Lascaris inizieranno l’ostruzionismo fino a che Cirio e Icardi non si decideranno a fornirci notizie sui progetti del Pnrr». Lo afferma il Consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd)

«Siamo consapevoli che il Pnrr rappresenta l’unica concreta possibilità per recuperare a fini sanitari l’ex ospedale Maria Adelaide e restituirlo così ai torinesi-aggiungono il consigliere Alberto AVETTA ed il Presidente della Circoscrizione VII, Luca DERI-Il Maria Adelaide possiede tutti i presupposti per poter essere ammodernato e diventare un Polo di Medicina Territoriale. Si tratta di una strutturadismessa di recente, e farne sede di una Casa di comunità, con medici di famiglia, medici specialisti, assistenti sociali e mediatori culturali, permetterebbe di potenziare i servizi di sanità nell’area Nord di Torino, facendo rete con il San Giovanni Bosco (Dea di II livello, che auspichiamo venga potenziato) e con il nuovo ospedale Dea di I livello che dovrebbe sostituire il Maria Vittoria e l’Amedeo di Savoia. Eppure la Giunta Cirio non intende farci sapere quali sono i suoi orientamenti né ha ritenuto utile coinvolgere il Comune di Torino».