È stata discussa durante la seduta odierna del Consiglio regionale l’interrogazione a risposta immediata presentata dal Consigliere Maurizio Marello in merito alla carenza di medici ed infermieri per Avis ed altre associazioni di donatori.
Nei giorni scorsi sono apparse su giornali nazionali interviste al Presidente nazionale dell’Avis che ha denunciato una situazione di grave crisi post covid dovuta alla carenza di medici ed infermieri per effettuare i prelievi di sangue.
Il Presidente Gianpietro Briola ha, infatti, evidenziato come la pandemia abbia innescato una caccia al personale sanitario e come il sistema stia reggendo solo grazie alla grande generosità dei donatori.
Mancano infatti medici ed infermieri per via del fatto che in passato ne sono stati formati pochi e quei pochi oggi impegnati nelle attività legate al covid (Asl, Usca, centri vaccinali ecc…). L’ Avis chiede dunque alle Regioni di sbloccare gli infermieri in convenzione e gli specializzandi ancora non autorizzati ad effettuare i prelievi.
«In un articolo de “Il Fatto Quotidiano”, si citano gravi difficoltà un po’ in tutta Italia, ad ogni latitudine», spiega Marello, «Bergamo, Modena, Napoli, Savona, Messina e anche Alba. Ciò comporta l’annullamento di sedute di prelievi e la riduzione del numero di sacche, mentre la richiesta di sangue è in continuo aumento su tutto il territorio nazionale. Si tenga presente che dalle associazioni di volontariato arriva il 50% del sangue raccolto in Italia. Il Piemonte sta vivendo le suddette difficoltà di reperimento di medici ed infermieri, difficoltà che stanno mettendo in profonda crisi tutto il sistema di raccolta del sangue».
«Da mesi Avis sta portando avanti una interlocuzione con le istituzioni per affrontare questa drammatica crisi», prosegue il Consigliere, «Chiede alla Regione un intervento idoneo a fronteggiare la carenza di medici ed infermieri: in particolare chiede la firma in tempi rapidi della convenzione, una collaborazione sul tema degli specializzandi e quelle deroghe necessarie in una situazione di emergenza per avere a disposizione personale medico per i prelievi, posto che il sistema di raccolta e delle altre attività collaterali, rischia di andare al collasso per il perdurare della pandemia. Per questo motivo ho interrogato l’Assessore competente per conoscere quali provvedimenti la Giunta e l’Assessorato alla Sanità intendano prendere in merito».
La risposta dell’Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi illustra che la Legge “Misure urgenti in materia di personale sanitario”, promulgata a novembre 2021, ha disposto come “fino al termine dello stato di emergenza gli operatori delle professioni sanitarie possano essere autorizzati, al di fuori dell’orario di servizio e per un momento ore complessivo settimanale non superiore a quattro ore, ad attività necessarie a garantire esigenze organizzative del Servizio sanitario nazionale”, quali le donazioni di sangue.
«Le Regioni, in accordo tra loro, hanno proposto modifiche alle succitate disposizioni volte ad eliminare il limite orario suddetto», prosegue l’Assessore Marnati leggendo la risposta dell’Assessore Icardi che conclude, «La Regione si impegna a sollecitare il Ministero della Salute ed Università per consentire agli specializzandi di prestare servizio per la raccolta di sangue e altre esigenze».
«La risposta mi pare debole», commenta infine Marello, «La Regione scarica le responsabilità sullo Stato: deve invece attivarsi firmando una nuova convenzione per consentire alle associazioni di donatori di operare. In questa situazione in poche settimane si rischia il collasso della raccolta per mancanza soprattutto di medici, ma anche di infermieri».