Allontanamento zero: basta propaganda sulla pelle dei bambini e delle loro famiglie!

“In Piemonte la debilitata Giunta Cirio vuole modificare il sistema degli affidamenti dei minori allontanati dalle famiglie di origine. Un intervento normativo che si fonda su una visione errata della realtà da parte dell’assessore Caucino, come se in Piemonte si registrasse un numero eccessivo e allarmante di affidi. A smontare questo surreale immaginario ci sono i numeri e il lavoro dei professionisti che giornalmente sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate, un lavoro che rischia di essere compromesso dallo spericolato gioco della propaganda politica. Gli errori eventualmente commessi in altre parti del Paese non possono essere l’alibi per una strumentalizzazione che potrebbe distruggere in pochi mesi la credibilità di un modello di sostegno ai minori e alle famiglie in difficoltà, costruito in Piemonte in tanti anni”: così dichiara il capogruppo PD Domenico Ravetti. “Il Pd farà di tutto per bloccare in Commissione la proposta, prima che approdi in Aula. Useremo tutta la nostra determinazione e tutti gli strumenti a nostra disposizione per non concedere spazio a un’idea sbagliata di società. Invitare chi insegna a concentrarsi sul proprio ruolo e meno su altro, come ha fatto la Caucino rivolgendosi ai docenti universitari scesi in campo contro il provvedimento della Giunta, è un messaggio che squalifica il ruolo dell’assessore. Mi auguro almeno a questo sappia presto rimediare”.

La legge Caucino sull’Allontanamento zero contiene molte inesattezze scientifiche e impone percorsi operativi troppo rigidi, senza peraltro prevedere le necessarie dotazioni finanziarie– aggiunge la consigliera Monica Canalis-e ha già sollevato un coro di critiche da parte di mondi molto diversi: università, famiglie affidatarie, assistenti sociali, sindacati, avvocati, consorzi socio assistenziali, ANCI. In Italia abbiamo già una legge (la 184 del 1983) che tutela il diritto del minore a crescere nella sua famiglia. Non c’è bisogno di un’altra legge regionale. Servirebbero risorse aggiuntive, per svolgere azioni di supporto ai genitori e assumere nuovi educatori, medici, psicologi, assistenti sociali e per rendere stabili i contratti precari. Invece la Legge Caucino è a saldi invariati, non prevede risorse aggiuntive, ma mira a dirottare sulle famiglie d’origine le risorse oggi destinate alle comunità e alle famiglie affidatarie, senza considerare che in molti casi il distacco temporaneo del minore è necessario per proteggerlo. La legge, insomma, è pura propaganda.”

“Diciamolo con chiarezza: in Piemonte non è ancora stato ravvisato alcun caso di allontanamento dai dubbi motivi e il numero dei minori allontanati è minimo rispetto a quello dei minori seguiti in famiglia-aggiunge Monica Canalis-E in ogni caso il motivo esclusivo dell’allontanamento non è mai la scarsità di reddito. Quindi invece di denigrare il modello piemontese e gli operatori pubblici e del Terzo Settore, l’assessore si impegni a trovare nuovi finanziamenti, ascolti le critiche provenienti dall’università e dagli altri attori e non perda tempo su una Legge che è più dannosa che altro”.