Conserviamo e valorizziamo il Parco Burcina

Ordine del giorno di Vittorio Barazzotto: Individuare, in sede di assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, risorse per consentire di conservare e valorizzare il Parco Burcina “Felice Piacenza”, gioiello del territorio biellese. 

Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che

  • la Regione Piemonte, con la legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità), riconosce l’importanza dell’ambiente naturale in quanto valore universale attuale e per le generazioni future e definisce le modalità per la conservazione della biodiversità e per la gestione e promozione dei territori facenti parte della rete ecologica regionale.  Con tale legge, in particolare, essa individua il sistema regionale delle aree protette, istituendo e classificando le diverse aree in relazione alle differenti tipologie e finalità di tutela;
  • la Regione Piemonte vanta, infatti, un considerevole patrimonio di aree naturali protette che rappresenta un elemento fondamentale di qualità ambientale, nonché il volano di uno sviluppo turistico sostenibile, in grado di attenuare, almeno in parte, l’impatto negativo della crisi economica sul territorio;
  • il Parco Burcina “Felice Piacenza” è un giardino storico, con un’estensione di circa 57 ettari, unico nel suo genere, situato sul Brich Burcina. La Burcina è nota soprattutto per la Conca dei Rododendri: oltre 700 piante appartenenti a 200 varietà in gran parte originarie del Caucaso e dell’Himalaya, che raggiungono spesso un’altezza di 12-15 metri e che in primavera danno luogo ad una spettacolare fioritura. Il giardino botanico vanta, inoltre, innumerevoli esemplari arborei ultracentenari provenienti da tutto il mondo, che si mescolano alle latifoglie tipiche della zona in un piacevole scenario di forme, colori e prospettive, arricchito dalla presenza di elementi architettonici e paesaggistici armoniosamente inseriti nel contesto;
  • al valore botanico e paesaggistico si aggiunge poi un rilevante interesse faunistico, per la presenza di piccoli mammiferi e di numerosi uccelli di passo, didattico, con spazi ad hoc dedicati ai laboratori per i più piccoli e una ricca biblioteca specializzata, nonché turistico, con il restauro di due cascine adibite alla ristorazione e alla ricettività;

premesso, altresì, che

  • fino al 2011, le potenzialità sopra descritte sono state valorizzate dal management del parco attraverso un’attenta manutenzione, investimenti di miglioramento del patrimonio botanico e delle infrastrutture e una ricca gamma di attività scientifiche, didattiche e ludiche (tra le varie iniziative, particolarmente importante è stata la creazione del Centro di documentazione e valorizzazione dei giardini storici del Biellese, con sede all’interno del parco stesso);
  • dal 2011, le aree protette del Biellese, con la sola eccezione del Brich Zumaglia a gestione locale, insieme alle aree del Vercellese, sono state accorpate sotto la gestione dell’Ente di gestione delle Riserve Pedemontane e delle Terre d’acqua, con sede ad Albano Vercellese presso il Parco Lame del Sesia;
  • in questi anni, il passaggio all’Ente di gestione si è rilevato letale per la Burcina: assenza di manutenzione ordinaria, fine di tutte le attività scientifiche, didattiche, ricreative e sportive, nonché assenza di qualsiasi attività turistica. Sempre in questi anni era stato nominato un comitato tecnico scientifico, insediato dalla direzione del parco, costituito un gruppo di esperti senza gettone di partecipazione, che ha prodotto una serie di analisi ed interventi mirati al recupero del parco. Il comitato, tuttavia, è stato sciolto senza che potesse assistere all’applicazione della maggior parte delle orsservazioni prodotte. Situazioni gravi che, nell’autunno del 2013, hanno suscitato, peraltro, le proteste dell’opinione pubblica e forti critiche nei confronti dell’Ente di gestione; a seguito di tali proteste si è poi mobilitato il volontariato (AIB, alpini e Protezione Civile) ed è intervenuta la Fondazione CRB con una serie di stanziamenti destinati alla manutenzione di emergenza. Tuttavia, l’intervento della Fondazione non ha, ovviamente, potuto risolvere il problema di una carenza strutturale di attenzione nei confronti del parco, che continua a non disporre di un management dedicato, né delle necessarie risorse professionali;

considerato che

  • il sistema di gestione delle aree protette fondato su un modello unico e centralizzato ha duramente penalizzato il Parco Burcina “Felice Piacenza”. Una gestione operativa così improvvisata e la totale assenza di una gestione strategica di largo respiro rischiano di produrre ulteriori effetti negativi, peraltro irreversibili sia dal punto di vista botanico, con l’ibridazione della più grande fioritura europea di rododendri e il degrado di habitat, sia dal punto di vista turistico-commerciale, rischiando di disperdere un patrimonio creato in 150 anni di lavoro;
  • per la comunità locale è assolutamente prioritaria la conservazione e valorizzazione di questo piccolo gioiello del territorio, utilizzato settimanalmente da migliaia di biellesi;

ritenuto che

  • sia necessario che il Parco Felice Piacenza possa contare su una gestione “vicina”, attenta e consapevole delle peculiarità dell’area e in grado di valorizzarne le potenzialità attraverso una mirata progettualità di gestione;

 

IMPEGNA la Giunta regionale 

  • ad individuare, in sede di assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, risorse, pari ad almeno000 euro, finalizzate agli interventi urgenti necessari per non disperdere il patrimonio botanico derivante dalla tipicità ed unicità dei rododendri del Parco Felice Piacenza;
  • a prevedere, altresì, una base di partenza economica affinché la gestione della Burcina possa tornare in capo al Comune di Biella con una progettualità che consenta di conservarlo e, soprattutto, farlo tornare agli antichi fasti.