Misure per il recupero e la valorizzazione dei Borghi alpini

Interrogazione di Antonio Ferrentino sulle misure per il recupero e la valorizzazione dei Borghi alpini

Premesso che

  • il rilancio della montagna piemontese passa anche attraverso la ristrutturazione delle baite e la rivitalizzazione di borghi abbandonati: muri in pietra e tetti in losa, fienili e stalle che, nel corso del tempo, si sono svuotati a causa dell’emigrazione verso i centri urbani in cerca di altre occasioni lavorative;
  • nelle zone montane è rimasto un patrimonio di immobili notevole (secondo le stime ai piedi delle Alpi ci sarebbero almeno 20 mila baite disabitate), che ora si tenta di ristrutturare tramite partnership tra proprietari, imprese edili, professionisti e amministrazioni pubbliche;
  • l’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani (UNCEM) da numerosi anni sostiene tale opportunità di recupero dei territori e di sviluppo promuovendo un percorso nato con la mappatura di quanto è recuperabile, con la ricerca e lo studio architettonico, imprenditoriale e accademico, nonché con il reperimento di investimenti privati e di nuove forme di “real estate” per la montagna, anche sfruttando le opportunità offerte dalla rete Internet (ad esempio con il portale Ebay). Nel 2014 UNCEM ha consegnato alle Amministrazioni comunali che hanno sostenuto e realizzato gli interventi di recupero la bandiera dei Borghi Alpini, sigillo sui recuperi effettuati e sui nuovi progetti;

considerato che

  • i 35 interventi di recupero dei Borghi alpini finora realizzati sono stati resi possibili grazie a 40 milioni di euro di stanziamento a favore della Misura 322 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi – Azione B Realizzazione di organici programmi integrati di intervento volti al recupero ed allo sviluppo di un numero limitato di borgate montane”;
  • gli interventi attuati nei Borghi alpini grazie ai finanziamenti della scorsa programmazione hanno consentito alle imprese del settore, ai professionisti, ai Comuni e alle comunità l’avvio di un numero importante di cantieri – mai precedentemente rilevabili nelle Terre Alte – in un momento storico di profonda crisi per il settore edile e architettonico;
  • nella nuova programmazione 2014-2020 non sono a oggi previste analoghe risorse per la rivitalizzazione dei villaggi. Le ricadute di una nuova Misura 322, finalizzata alla rivitalizzazione del patrimonio e adeguatamente finanziata, sarebbero di grande rilevanza: per un euro investito da parte dell’ente e dei privati, sono almeno cinque quelli che si otterrebbero dalle ricadute dirette, senza contare la crescita di flussi turistici, come testimoniato dal fatto che già oggi sono in continua crescita gli arrivi e le presenze in alcuni dei borghi recuperati;
  • servono nuovi strumenti di pianificazione e programmazione territoriali capaci di individuare opportunità di sviluppo per fronteggiare l’attuale, dura crisi economica. La montagna è stata in grado di rispondere in modo diverso alla crisi rispetto alla città, le aree rurali e le Terre Alte hanno saputo individuare nuovi strumenti per generare occasioni di sviluppo;
  • le risorse della nuova programmazione, in particolare quelle dei Programmi operativi regionali, del Fondo europeo di sviluppo regionale (POR FESR) e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), dovranno riequilibrare polarità di sviluppo che, nell’ultimo decennio, hanno fatto sì che il Piemonte, come altre Regioni italiane, vivesse un divario sempre più forte tra aree ad alto tasso di sviluppo come quelle urbane e aree dove è sempre più difficile vivere e fare impresa per via dell’assenza di servizi (in particolare dei trasporti) e di possibilità di lavoro, ossia quelle rurali e montane;

INTERROGA l’Assessore regionale competente per sapere

  • se la Giunta regionale del Piemonte intende rifinanziare la misura 322 nel PSR 2014-2020 per la rivitalizzazione di villaggi con una dotazione di almeno 40 milioni di euro, in linea con lo stanziamento previsto per il Piano 2007-2013, in modo da consentire interventi strutturali da parte degli enti pubblici e dei privati proprietari di immobili nei Borghi alpini e appenninici individuati;
  • se, d’intesa con l’UNCEM, verrà organizzata una puntuale mappatura dei borghi alpini che possono essere oggetto di una complessiva riqualificazione, ai fini di rigenerazione del territorio, creazione di impresa e di comunità;
  • se verranno incentivati, con opportune modifiche delle disposizioni regionali in materia di urbanistica ed edilizia, il recupero di immobili in stato di abbandono delle aree montane, anche introducendo misure che permettano piani complessivi di restauro in assenza di proprietari noti nonché incentivi all’uso di materiali locali per il recupero e la ristrutturazione dei borghi e dei singoli immobili;
  • se verrà sollecitato il Governo ed il Parlamento affinché sia previsto il mantenimento delle misure che incentivano il recupero degli immobili e, dunque, il minore consumo di suolo, quali le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni e l’Ecobonus per gli interventi legati al risparmio energetico estendendo tali vantaggi al triennio 2016-2018, con misure premianti per gli immobili destinati ad attività economiche e alla residenza.