Impianto Eurex di Saluggia

Interrogazione di Giovanni Corgnati sulla previsione da parte di Sogin Spa di nuove volumetrie nell’ambito delle operazioni di disattivazione dell’impianto EUREX di Saluggia 

Premesso che

  • l’impianto EUREX, acronimo di Enriched URanium EXtraction, la cui costruzione è iniziata nel 1965, è entrato in funzione nel 1970. Enea, proprietaria del sito, vi svolgeva attività di ricerca sul riprocessamento del combustibile irraggiato, un’operazione che permette, attraverso un adeguato trattamento, di separare e recuperare le materie nucleari che possono essere riutilizzate;
  • le attività sono state interrotte nel 1984. Da allora è stato garantito il mantenimento in sicurezza delle strutture e degli impianti a tutela della popolazione e dell’ambiente. Dopo l’alluvione del 2000 è stato realizzato intorno al comprensorio dell’impianto un muro di difesa idraulica, in grado di resistere alla piena della Dora Baltea;
  • nel 2003 Sogin ha assunto la gestione dell’impianto con l’obiettivo di realizzare il decommissioning, allo scopo di smantellare l’impianto in sicurezza, riducendo il livello di pericolosità per i cittadini e l’ambiente;
  • le attività di decommissioning dovrebbero terminare fra il 2028 e il 2032, quando i rifiuti radioattivi, già condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, saranno pronti per essere trasferiti al Deposito Nazionale (raggiungimento della fase chiamata brown field);

considerato che

  • con nota del 19 gennaio 2015, la Direzione regionale Ambiente – Settore Risanamento Acustico, Elettromagnetico ed Atmosferico e Grandi Rischi Ambientali – ha comunicato, tra gli altri, ai Comuni dell’area interessata che “con nota Prot. 62311 del 19 dicembre 2014 la Sogin Spa ha trasmesso anche a questa Amministrazione la documentazione inerente l’istanza di autorizzazione per la disattivazione dell’impianto”;
  • la legge regionale 18 febbraio 2010, n. 5 (Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti) prevede che la Giunta regionale esprima, con propria deliberazione, parere in merito alla richiesta di autorizzazione sopra citata, ai sensi degli articoli 55 e 56 del D.lgs. n. 230/1995, sulla base dell’istruttoria effettuata dalle strutture regionali competenti che si avvalgono, a loro volta, dell’ARPA, delle ASL competenti per territorio e del Tavolo Tecnico Nucleare;
  • alla luce di quanto esposto, i destinatari della nota citata il 10 febbraio u.s. hanno incontrato la Direzione regionale Ambiente per formulare eventuali loro osservazioni, finalizzate all’espressione del parere richiesto;

constatato, tuttavia, che

  • nella documentazione fornita da Sogin, relativa al Piano delle operazioni per la fase di disattivazione dell’impianto, al Capitolo 4, denominato “Nuove volumetrie” si legge che le nuove volumetrie potranno essere costituite anche da “eventuali, ulteriori volumi aggiuntivi potenzialmente ricavabili adeguando edifici e/o attrezzando opportunamente aree dislocate sull’intero sito e/o all’interno del comprensorio Nucleare di Saluggia”;
  • al medesimo Capitolo 4 si legge, inoltre, che: “La realizzazione di nuove volumetrie di stoccaggio è vincolante per il proseguimento delle attività di decommissioning, e in particolare la capacità di stoccaggio necessaria a finire risulterà condizionata anche dalle tempistiche legate alla disponibilità del deposito nazionale”;

rilevato come tale constatazione abbia destato preoccupazione nella cittadinanza coinvolta per gli eventuali rischi ambientali e per la salute e, di conseguenza, abbia generato nelle Amministrazioni comunali dell’area coinvolta la necessità di avere la massima chiarezza in merito;

INTERROGA l’Assessore regionale competente in materia per sapere quali siano le motivazioni alla base dell’inserimento nel Piano delle operazioni di smantellamento della previsione di eventuali volumi aggiuntivi per lo stoccaggio temporaneo nel sito di Saluggia dei rifiuti radioattivi, in vista del loro definitivo conferimento presso il Deposito Nazionale.