EMERGENZA CORONAVIRUS. CURE A DOMICILIO DEI CASI COVID-19

Le linee di indirizzo nazionali del 25 marzo impongono Protocolli di prevenzione, monitoraggio e presa in carico a livello territoriale dei casi Covid-19, per contenere la diffusione del contagio, fare filtro e alleggerire la pressione sugli ospedali.

È necessario anzitutto potenziare le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), reclutando medici e infermieri dedicati in esclusiva alle cure domiciliari, in affiancamento e  ad integrazione dei medici di famiglia. Serve, poi, dotare chi interviene al domicilio di dispositivi di protezione individuale, di saturimetri da polso e di ossigeno, in modo da rendere possibile un maggior numero di monitoraggi che evitino il ricovero in ospedale e la degenerazione dell’infezione. I medici devono poter prescrivere direttamente non solo ossigeno gassoso, ma anche liquido, oggi autorizzato solo dagli pneumologi.

Visite domiciliari, terapie precoci e controllo da remoto con la telemedicina sono gli strumenti giusti, imitando la buona pratica sperimentata con successo nelle città di Piacenza e Medicina, dove i tamponi si fanno a fine terapia per verificare la negativizzazione.

Il Piemonte può fare altrettanto, come già sta mostrando Alessandria, ma serve un Protocollo unico ed uniforme. E servono personale e mezzi dedicati. Chiediamo all’assessore regionale Luigi Icardi di agire con urgenza. La cura precoce e la sorveglianza attiva possono salvare molte vite”.