Sosteniamo gli interventi volti al recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata

Odg di Domenico Rossi: Finanziamento della legge regionale n. 14/2007

Premesso che dalle maggiori operazioni delle DDA di Torino e Milano,emerge come le mafie e in particolare la ‘ndrangheta, siano radicate nella nostra regione. Solo per elencare le più importanti:

  • nel 2009 l’inchiesta Pioneer mette in luce come i proventi di ingenti traffici di droga vengano riciclati nell’edilizia pubblica e privata a Torino

  • nel 2010 l’operazione Il Crimine / Infinito condotta dalla DDA di Milano ha messo in luce la presenza della ‘ndrangheta nel novarese;

  • nel 2011 l’inchiesta Minotauro individua 9 locali nella provincia di Torino (nello specifico: locale di Natile di Careri a Torino, locale di Siderno a Torino, locale di Cuorgnè, locale di Volpiano, locale di Rivoli, locale di San Giusto Canavese, locale di Chivasso, locale di Moncalieri, e la struttura denominata “Crimine” deputata allo svolgimento delle azioni violente)

  • sempre nel 2011 con l’inchiesta Albachiara viene accertata la presenza della ‘ndrangheta nel basso Piemonte. La vicenda ruota attorno alla richiesta di apertura di un nuovo locale ad Alba

  • il 10 Ottobre 2012 l’operazione Colpo di Coda prosegue l’inchiesta Minotauro per quanto riguarda il locale di Chivasso e il nascente locale di Livorno Ferraris.

  • nel 2013 l’inchiesta “Tutto in famiglia” porta alla luce Turbativa d’asta con favoreggiamento alla ‘ndrangheta nella zona del novarese.

  • sempre nel 2013 un’altra inchiesta denominata “Esilio” rivela un Locale di ‘ndrangheta a Giaveno dedito soprattutto al traffico di droga tra Spagna e Italia

  • a dicembre 2014 infine risalgono le due inchieste Marcos e San Michele, di cui in particolare la prima riguarda il riciclaggio aggravato e i rapporti con la “zona grigia”;

• dalle inchieste sopra citate sono scaturiti processi, di cui alcuni ancora in corso, mentre altri già arrivati a sentenza definitiva, dai quali emerge in maniera chiara, come mette in evidenza la Relazione annuale per il Parlamento sulle attività svolte dal Procuratore Nazionale Antimafia e antiterrorismo, nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità di stampo mafioso nel periodo 1 luglio 2014 – 30 giugno 2016: «una triste realtà, quale quella di una ndrangheta dominante in tutti i settori economicoimprenditoriali, su cui le operazioni sopra menzionate e le molteplici condanne che ne sono derivate, hanno certamente inciso, ma senza portare ad una definitiva eliminazione del problema, per come dimostrato dalla c.d. “operazione San Michele”, con cui – nel giugno 2014 – è stato colpito un sodalizio di matrice ‘ndranghetista, espressione in Piemonte della cosca GRECO di San Mauro Marchesato, provincia di Crotone, in stretto collegamento, oltre che con la cosca madre calabrese, con analoghe strutture ‘ndranghetiste quali la locale di Volpiano ed il Crimine di Torino, vale a dire proprio quelle colpite dall’operazione Minotauro»

considerato che

  • siamo in presenza di un fenomeno che non è più corretto chiamare infiltrazione, bensì radicamento. Tale radicamento è avvenuto in un contesto nel quale per decenni il fenomeno è stato sottovalutato o addirittura negato;
  • il quadro che emerge mette in luce una forte organizzazione militare, l’invasione di “pezzi” della nostra economia (si pensi al movimento terra, al gioco d’azzardo, alla gestione dei rifiuti, al mondo della sanità), la capacità di interloquire con la politica e, nei casi più gravi di condizionare le istituzioni tanto da arrivare, nella nostra Regione, a vedere alcuni Comuni sciolti per condizionamento mafioso: Leinì (marzo 2012), Rivarolo Canavese (maggio 2012);

sottolineato che l’insegnamento che ci arriva dalla storia dell’antimafia è proprio la consapevolezza secondo la quale, per liberarci dalle mafie, non è sufficiente la sola repressione ma è necessaria una incisiva azione politica, culturale e sociale, che inevitabilmente deve passare dalle Istituzioni;

considerato altresì che la Regione Piemonte si è dotata della legge regionale n. 14/2007 “Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della ‘Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie“

rilevato che la legge in oggetto ha visto uno stanziamento nel 2013 di 300.000 euro, dal 2014 al 2015 non ha avuto risorse, mentre nel bilancio previsionale 2016-2018 si prevede uno stanziamento di soli 30.000 euro;

ritenuto che l’importo previsto nel bilancio pluriennale sia insufficiente a realizzare le azioni previste dalla legge in un contesto caratterizzato da un forte radicamento mafioso;

IMPEGNA la Giunta regionale del Piemonte aprevedere, in sede di Assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, un incremento delle risorse a favore del capitolo n. 182348 per finanziare gli interventi di cui alla l.r. n. 14/2007, per un valore di 300.000 euro totali, al fine di sostenere interventi volti al recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati ai comuni, misure volte al sostegno delle scuole per l’educazione alla legalità e alla diffusione della cultura della legalità.