Risorse per le Associazioni ed Enti aderenti al Sistema Piemonte in Rete contro la Tratta

Interrogazione di Domenico Rossi 

Premesso che

  • la tratta di esseri umani costituisce un reato gravissimo poiché si concretizza nella mercificazione della persona umana e nella sopraffazione della sua dignità e dei suoi diritti fondamentali costituzionalmente garantiti. Nel corso dell’ultimo decennio la tratta da fenomeno autonomo e distinto rispetto ai movimenti migratori è divenuto elemento quasi inscindibile di tali flussi: le reti criminali collegate al traffico di persone hanno infatti iniziato in modo sempre più pervasivo ad operare in contesti di sfruttamento fino ad allora non organizzati come quello lavorativo, dell’accattonaggio, delle economie illegali. Il traffico di persone, sia quello che fin dalla sua origine è finalizzato ad uno sfruttamento, sia quello che sviluppa condizioni di sfruttamento successivamente a fenomeni di immigrazione clandestina diventa quindi fonte di approvvigionamento di manodopera priva di diritti e da sfruttare nel contesto della prostituzione, dell’accattonaggio, delle economie illegali, nonché nell’ambito dello sfruttamento sui luoghi di lavoro (in particolare nell’agricoltura, nell’edilizia, nei laboratori manifatturieri e nei servizi);
  • in applicazione del Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) e della legge 11 agosto 2003, n. 228 (Misure contro la tratta di persone) la Regione Piemonte ha emanato, con la D.G.R. n. 27-4606 del 24 Settembre 2012, un Bando di finanziamento delle proposte progettuali che costituisce il cardine del Sistema Piemonte in Rete contro la Tratta e opera sul territorio regionale come declinazione del Piano di azione nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento;

considerato che

  • il Sistema Piemonte in Rete contro la Tratta prevede specifiche convenzioni semestrali, sottoscritte dalle Associazioni ed Enti aderenti e dalla Regione, in base alle quali le Associazioni stesse presentano una relazione di attività ed una rendicontazione economica sulla cui base, ricevuti i fondi necessari da parte del DPO, la Regione integra e liquida gli interessati. Associazioni ed Enti aderenti hanno a disposizione due “centri di costo”, per i progetti in base all’articolo 13 della legge n. 228/2003 e per i progetti in base all’articolo 18 del D. lgs. 286/98;

rilevato che 

  • non essendo ancora stato approvato il Piano di azione nazionale anti tratta 2015-2017 la Regione Piemonte si trova oggi ad operare in regime di proroga, utilizzando importi e criteri fermi ai citati Avvisi 7 e 13 del 2012. Attualmente siamo giunti alla quarta proroga peraltro senza che le Associazioni ed Enti aderenti abbiano firmato una nuova convenzione con la Regione e, quindi, senza copertura finanziaria dal luglio 2015;
  • il 1 ottobre u.s. Associazioni ed Enti aderenti hanno incontrato l’Assessora regionale competente in materia ed è emerso un quadro di preoccupante incertezza sul presente e futuro di Piemonte in Rete contro la Tratta: la seconda proroga, relativa al semestre giugno – dicembre 2014, è stata liquidata dal DPO alla Regione, ma i fondi non sono immediatamente disponibili, riguardo alla terza proroga (gennaio – giugno 2015) non è stato possibile avere alcuna informazione specifica, mentre per la quarta proroga (luglio – dicembre 2015) le risorse sono state individuate e si procederà alla stesura e firma della relativa convenzione, tuttavia senza tempistiche certe;
  • a causa delle condizioni descritte molte Associazioni sono in grave difficoltà nel reperire i fondi per le attività quotidiane, incluso il pagamento degli operatori. La mancanza di una convenzione riguardante la quarta proroga, inoltre, fa sì che gli istituti bancari, che in passato hanno concesso prestiti o fidi su cui peraltro le associazioni devono pagare gli interessi, non ritengano di avere garanzie sufficienti per concederne di ulteriori;
  • se il Sistema nazionale di tutela e protezione delle vittime della tratta verrà di fatto abbandonato la Rete piemontese verrà meno di conseguenza disperdendo i riscontri positivi e gli obiettivi raggiunti in tale ambito, nonché la professionalità maturata dagli operatori coinvolti;
  • l’indebolimento della rete contro la tratta rappresenterebbe un arretramento nella lotta alle mafie e nel sostegno alla tutela dei diritti inviolabili della persona;

INTERROGA l’Assessore competente per sapere

  • come intenda individuare le modalità opportune a consentire in tempi celeri lo sblocco dei fondi relativi alla seconda proroga e a garantire la liquidazione alle Associazioni ed Enti aderenti dei fondi relativi alla terza e quarta proroga, in modo da evitare il rischio che la Rete piemontese anti tratta si disgreghi.