Caso di Nadiya Savchenko

Il Consiglio regionale del Piemonte, appreso che

  • il 17 giugno 2014 militanti filo-russi della cosiddetta “Repubblica popolare di Luhansk”, nel territorio dell’Ucraina orientale, hanno sequestrato, sul territorio ucraino, la tenente Nadiya Savchenko, pilota militare ed ex ufficiale delle forze armate ucraine, imprigionandola e trasferitendola poi illegalmente nella Federazione russa;
  • Nadiya Savchenko, nata nella capitale ucraina l’11 maggio 1981, si è distinta nella sua carriera militare come unica donna soldato a prestare servizio nelle truppe di pace ucraine in Iraq e come prima donna ad arruolarsi nell’Accademia aereonautica ucraina. Nella primavera 2014 ha preso parte ai combattimenti nell’Ucraina orientale, dove è stata poi catturata;
  • il comitato investigativo russo ha mosso le accuse finali- principalmente basate su una testimonianza anonima – contro Nadiya Savchenko il 24 aprile 2015: favoreggiamento e istigazione all’omicidio di due e più persone, favoreggiamento e istigazione al tentativo di omicidio di due o più persone e attraversamento illegale dei confini della Federazione russa;
  • i legali della pilota hanno predisposto una documentazione indicante chiaramente l’innocenza dell’imputata, dimostrando che la sua cattura è stata precedente l’uccisione dei due giornalisti di cui è accusata. Tale documentazione non sarebbe stata presa in considerazione dalla Commissione investigativa russa;
  • il 26 ottobre 2014 Nadiya Savchenko è stata eletta al Parlamento dell’Ucraina ed è divenuta membro della delegazione ucraina all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) e, come tale, ha diritto all’immunità internazionale. La Federazione russa respinge l’immunità diplomatica concessale come parlamentare, pur avendo l’obbligo internazionale di rispettarla in quanto membro dell’APCE (secondo uno degli avvocati di Savchenko, Illja Novikov, per la prima volta un tribunale russo ha rifiutato di riconoscere l’immunità diplomatica internazionale);
  • Nadiya Savchenko ha intrapreso, a più riprese, un lunghissimo sciopero della fame –durato complessivamente 83 giorni- contro la sua detenzione illegale e i maltrattamenti subiti (trattamenti psichiatrici coatti, radi, difficoltosi e controllati colloqui con i legali, da effettuarsi in russo, luce della cella accesa 24 ore su 24, mancate cure mediche, che hanno provocato la perdita dell’udito a un orecchio, impossibilità di visite da parte di osservatori internazionali indipendenti). Tale sciopero della fame prosegue tuttora e ha gravemente deteriorato il suo stato di salute;

considerati

  • la dichiarazione dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, Federica Mogherini, del 4 marzo 2015, sul protrarsi della detenzione di Nadiya Savchenko;
  • la Risoluzione del Parlamento europeo del 30 aprile 2015 sul caso;
  • l’interrogazione recentemente presentata alla Camera dei Deputati riguardo a tale problematica;
  • la Risoluzione approvata dal Senato degli Stati Uniti d’America (S.Res.52) “Calling for the release of Ukrainian fighter pilot Nadiya Savchenko”;
  • la Dichiarazione fatta dall’Ambasciatore U.S.A. Daniel B. Baer al Consiglio permanente dell’OSCE di Vienna del 16 aprile 2015 secondo cui gli Stati Uniti ancora una volta chiedono alla Russia di rispettare i propri impegni e liberare tutti gli ostaggi ucraini, inclusa Nadiya Savchenko;
  • la Risoluzione n. 2034 del 2015 dell’APCE in cui si chiede il suo rilascio immediato e il rispetto della sua immunità parlamentare in qualità di membro della delegazione ucraina;
  • il rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani del 16 settembre 2014 sulla situazione dei diritti umani in Ucraina, che contiene informazioni sul caso Savchenko;
  • le principali convenzioni internazionali (Codice dei crimini contro la pace e la sicurezza dell’umanità del 1996, Statuto di Roma della Corte penale internazionale del 1998, Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata del 2006) che considerano il trasporto coatto in Russia come sequestro;
  • i numerosi appelli al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e alla Croce rossa internazionale per assicurare la liberazione di Nadiya Savchenko, considerata prigioniera politica e di guerra;
  • le disposizioni del diritto umanitario internazionale e, in particolare, la Terza Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra;
  • il “Pacchetto di misure per l’attuazione degli accordi di Minsk”, adottato e firmato a Minsk il 12 febbraio 2015 e approvato nel suo complesso dalla risoluzione n. 2202 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 17 febbraio 2015;
  • anche che la Federazione russa ha accettato lo scambio di tutti gli ostaggi politici e di tutte le persone detenute illegalmente nel quadro degli accordi di Minsk sulla base del principio “all-for-all”;
  • è in corso una mobilitazione internazionale “#FreeSavchenko” con la quale i cittadini di molti Paesi del mondo chiedono la liberazione di Nadiya Savchenko, culminata l’11 maggio u.s., giorno del 34° compleanno della parlamentare e pilota ucraina, con una serie di iniziative volte a fare pressione sul governo russo affinché ne consenta il rientro in Ucraina;

considerato, altresì, che IMPEGNA la Giunta regionale del Piemonte

  • a sollecitare il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari Esteri affinché facciano quanto è in loro potere per portare l’attenzione, a livello internazionale, sul caso di Nadiya Savchenko, in particolare nel corso dei prossimi incontri con i vertici russi;
  • a sollecitare l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza con l’obiettivo di mettere in atto tutti gli sforzi necessari a garantire la risoluzione del “caso Savchenko”;
  • a trasmettere il presente Ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Federica Mogherini, al presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa, al presidente, al governo e al parlamento dell’Ucraina, nonché al presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.