Premesso che:
- il 27 marzo 2015 è stata revocata la protezione a Pino Masciari e alla sua famiglia;
- Pino Masciari è un testimone di giustizia che, denunciando coraggiosamente il sistema ‘ndranghetista e le sue collusioni, ha esposto se stesso e la propria famiglia a gravi rischi, agendo unicamente mosso da senso della giustizia e della legalità;
- la revoca della scorta lo espone a un serio pericolo, perché la ‘ndrangheta è notoriamente vendicativa nei confronti di chi collabora con la giustizia a danno dell’organizzazione;
- il provvedimento risulta oltremodo insensato, se si pensa che lo stesso Masciari rimane sotto scorta e sotto massima sicurezza in Calabria, la sua regione di origine;
- questa decisione arriva dopo mesi di reiterate richieste, da parte della famiglia Masciari allo Stato, di dare attuazione agli impegni assunti a seguito della sentenza TAR Lazio 604/2009 e della transazione sottoscritta dalla Commissione Centrale del Ministero dell’Interno;
- è ormai accertato che non occorre vivere in Calabria per trovarsi sotto ritorsione mafiosa, poiché la ‘ndrangheta è diffusa capillarmente sul territorio italiano.
Considerato che:
- Pino Masciari ha agito nell’interesse dello Stato, delle istituzioni, della giustizia, della legalità e della collettività. Per questo deve essere protetto e aiutato dallo Stato, non lasciato solo e abbandonato al suo destino;
- Pino Masciari è cittadino onorario di Torino, Alessandria, Ivrea, Nichelino;
- ieri, 30 marzo 2015, il Consiglio Comunale di Torino si è espresso per la restituzione della scorta e della protezione a Pino Masciari.
Il Consiglio regionale, impegna la Giunta a rivolgersi a Prefettura e Ministero degli Interni, affinché provvedano a ripristinare subito la scorta e la protezione per Pino Masciari.