Alloggi di edilizia popolare

Disegno di legge sull’autorecupero degli alloggi di edilizia popolare: la proposta vorrebbe consentire l’assegnazione di alloggi attualmente sfitti per carenza di manutenzione a condizione che gli assegnatari si impegnino a realizzare direttamente o mediante impresa da loro individuata gli interventi necessari a rendere l’alloggio abitabile.
La legge stabilirà anche la tipologia delle opere ammesse, il tetto massimo per il costo degli interventi (la proposta è 5 mila euro complessivi) e le forme di rimborso all’utente, o mediante restituzione dell’importo o attraverso detrazioni dal canone di affitto.

Nadia Conticelli: “L’autocostruzione è una delle modalità per consentire di liberare il patrimonio immobiliare esistente a fronte delle esigenze e delle tipologie di utenti sempre più variegate può essere praticata per interventi su pavimenti, infissi, sanitari, intonaco, tutto quello cioè che non è manutenzione straordinaria e non richiede autorizzazioni e certificazioni, come in particolare gas e luce. Oggi una sorta di auto recupero è già praticata in casi di cambi alloggio, per inquilini che hanno già un alloggio e chiedono ad esempio di cambiare zona, in particolare nei casi in cui c’è l’impegno all’acquisto futuro dell’immobile”.

Marco Grimaldi: “L’autorecupero da parte dei richiedenti, che riguarda solo piccole manutenzioni ordinarie inferiori ai 5000 euro, è una prima risposta per rendere immediatamente abitabili tutti quegli alloggi che hanno bisogno di immediati interventi e per far scorrere ulteriormente le liste d’attesa”.
Ad oggi gli alloggi fermi per manutenzione ordinaria sulla Regione sono circa 800, di cui 300 sulla provincia di Torino, con un fabbisogno stimato di 22.3 milioni di euro. “Per questo abbiamo chiesto all’Assessore Ferrari di tornare in Commissione entro 15 giorni con il ddl rivisto alla luce delle proposte fatte – aggiunge Elvio Rostagno – tra cui la possibilità di estendere l’autorecupero agli alloggi già dati in assegnazione” .
In Commissione è stato anche avviato l’iter per l’approvazione del disegno di legge sull’emergenza abitativa, per consentire ai Comuni di prorogare le assegnazioni provvisorie in corso o rinnovare quelle scadute per un massimo di due anni. Numerosi infatti i casi di inquilini con contratto scaduto o non rinnovabile, soprattutto per morosità, che ora abitano gli alloggi in condizione di straordinarietà, tra l’altro vedendosi addebitati oltre al canone anche le more.
“Vogliamo dare alle famiglie in difficoltà la possibilità di sanare la morosità, anche rateizzando il pregresso – conclude Conticelli – e ottenere così un’ulteriore proroga di due anni”.