Banda ultralarga in Piemonte

Primo firmatario: Davide Gariglio

Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che

• con “Europa 2020”, varata nel maggio 2010, l’Unione europea ha elaborato una strategia complessiva mirata a superare la crisi colmando le lacune del nostro modello di crescita e creando le condizioni per una crescita più intelligente, sostenibile e solidale;
• una delle iniziative chiave di “Europa 2020” è l’Agenda Digitale Europea, che si pone l’obiettivo di facilitare la diffusione di connessioni ad Internet veloci e la realizzazione di applicazioni interoperabili, garantendo a tutti l’accesso alla banda larga ed – entro il 2020 – l’accesso ad Internet ad una velocità di almeno 30 megabit per secondo (Mbps), con il 50 per cento delle famiglie che disponga di connessioni ad oltre 100 Mbps;
• la rilevanza di tale iniziativa come stimolo per una reale crescita è testimoniata dal dato indicante un incremento del PIL europeo pari al 5 per cento (circa 1.500 euro a persona) in conseguenza della piena attuazione dell’Agenda Digitale Europea nel corso dei prossimi otto anni;
• a sostegno delle azioni messe in atto dalla Comunità Europea per perseguire l’iniziativa chiave è richiesta ai singoli Paesi membri l’elaborazione di strategie operative per la diffusione di Internet ad alta velocità orientando i finanziamenti pubblici verso settori non totalmente coperti da investimenti privati. Condizione necessaria a rendere efficaci tali azioni è la creazione di un quadro legislativo che permetta di coordinare i lavori pubblici in modo da ridurre i costi di ampliamento della rete e, infine, promuovendo la diffusione e l’uso dei moderni servizi online;

considerato che
• l’Italia ha elaborato una propria strategia nazionale individuando priorità e modalità di intervento, nonché le azioni da compiere e da misurare sulla base di specifici indicatori, in linea con gli indicatori della stessa Agenda Digitale Europea;
• nell’ambito dell’Accordo di Partenariato 2014-2020 per l’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia Digitale e all’Agenzia per la Coesione, ha predisposto il “Piano nazionale Banda Ultra Larga” e il Piano “Crescita Digitale” per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale;
• in particolare il “Piano nazionale per Banda Ultra Larga” prevede di raggiungere, entro il 2020, i seguenti livelli di copertura: almeno 30 Mbps per la totalità della popolazione italiana, almeno 100 Mbps per l’85 per cento della popolazione e almeno 100 Mbps per le sedi ed edifici pubblici (in particolare scuole e ospedali), le aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, le aree industriali, le principali località turistiche e gli snodi logicistici;
• per raggiungere tali obiettivi il territorio nazionale è stato suddiviso in 4 aree (denominate cluster) identificate come A, B, C e D. I cluster A e B sono convenzionalmente definite aree nere e saranno coperti al 2018 tramite interventi diretti degli operatori di telecomunicazioni. I Cluster C e D, invece, definiti rispettivamente aree grigie e aree bianche, non saranno coperte al 2018 tramite interventi diretti degli operatori TLC e sono le uniche in cui è possibile intervenire con finanziamenti pubblici;

considerato, altresì, che
• parallelamente all’elaborazione della strategia nazionale la normativa statale negli anni recenti ha previsto misure specifiche di sostegno alla banda ultralarga. In particolare il decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 (c.d. decreto Sblocca Italia) ha previsto all’articolo 6 agevolazioni in merito e, da ultimo, il decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 33 prevede misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità;
• inoltre il Testo unificato delle Proposte di legge n. 65 e 2284, attualmente in itinere alla Camera, all’articolo 8 stabilisce che le aree dei piccoli comuni che rientrano nelle “aree bianche” possano essere destinatarie delle risorse previste per le aree a fallimento di mercato (aree bianche rientranti nei cluster C e D). Si tratta delle aree per le quali la delibera CIPE 6 agosto 2015, n. 65 ha previsto uno stanziamento pari a 2,2 miliardi di euro a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020, per interventi di immediata attivazione;

constatato che
• in Piemonte la ripartizione territoriale vede solo il 2 per cento della nostra regione in cluster A e B , il 26 per cento in cluster C e ben il 72 per cento in cluster D (con una popolazione residente pari al 30 per cento del totale);

rilevato che
• già nel settembre 2003 la Regione Piemonte ha presentato il suo primo piano regionale della banda larga e successivamente, con la DGR n. 51-11714 del 9 febbraio 2004, ha istituito il gruppo di lavoro WI-PIE per rafforzare l’azione per lo sviluppo della Rete regionale a banda larga (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale RUPAR2), assicurare il suo governo strategico ed operativo e gestire i rapporti con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nello sviluppo del nuovo modello di rete regionale;
• attraverso il programma WI-PIE la Regione ha realizzato, dal 2004 al 2008, un’infrastruttura a banda larga su tutto il territorio piemontese connettendo ad alta velocità istituzioni, cittadini e imprese, favorendo la diffusione di servizi innovativi per lo sviluppo sociale, economico e culturale regionale e riducendo il digital divide nelle aree più svantaggiate;
• con il CSI-Piemonte quale ente strumentale per l’ICT e le sue partecipate TOP-IX e CSP la Regione Piemonte, ha sviluppato il programma WI-PIE in un insieme articolato di iniziative che coinvolgono numerosi Enti Pubblici piemontesi e operatori privati locali di telecomunicazioni. Tali iniziative hanno permesso di realizzare una infrastruttura in fibra ottica su oltre 900 chilometri, una struttura ad altissima velocità (backbone Wi-Pie) che mette a disposizione del territorio 28 punti di raccolta del traffico Internet con una capacità singola fino a 10 gigabit per secondo (Gbps), un supporto agli operatori locali ed i Wireless Internet Service Provider per la fornitura del servizio nelle aree non coperte dai grandi operatori nazionali;
• gli operatori regionali di telecomunicazioni ad oggi offrono accessi a larga banda su circa il 90 per cento del territorio regionale (in gran parte non servito degli operatori nazionali) ed hanno attivato oltre 150.000 accessi ad Internet in uso a oltre 500.000 cittadini. Inoltre tutte le 1.206 Amministrazioni Comunali del Piemonte possono disporre di un accesso alla RUPAR e ad Internet ad almeno 2 Mbps e più di 80 Pubbliche Amministrazioni sono connesse in fibra ottica con velocità fino ad 1 Gbps;

sottolineato che
• le azioni adottate negli anni, per un investimento complessivo pari a circa 90 milioni di euro, hanno portato la banda larga a tutti i 1.206 Comuni del Piemonte. Si tratta di un investimento complessivo che non solo non può essere dimenticato ed abbandonato ma che deve essere valorizzato nel programma di attuazione della Banda Ultra Larga nella Regione Piemonte;
• la Regione ha dichiarato che i fondi pubblici ad oggi disponibili per il programma di attuazione della Larga Banda in Piemonte sono circa 284 milioni di euro. Di questi, circa 194 milioni sono fondi nazionali reperiti all’interno del Fondo sviluppo e coesione (FSC) a cura del Ministero dello Sviluppo economico (MISE), mentre circa 90 milioni sono fondi regionali equamente suddivisi tra Fonfo europeo di sviluppo regionale (FESR) per l’Agenda Digitale e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) nell’ambito del Piano Sviluppo Rurale. Dagli operatori di telecomunicazioni sono attesi investimenti per circa 200 milioni di euro (sui cluster A e B);

evidenziato che
• nel caso non siano raggiunti entro il 2020 gli obiettivi, previsti dall’Unione europe,a di connessioni attive in capo alle famiglie, i fondi disponibili (FESR e FEASR) dovranno essere restituiti;

ricordato che
• per procedere operativamente al programma di attuazione la Regione Piemonte ha sottoscritto con il MISE un accordo di programma. Tale accordo, approvato con DGR n. 22-3299 del 16 maggio 2016, regola le fasi di “Progettazione e realizzazione dell’infrastruttura passiva” (fase 1) e di “Gestione, manutenzione e commercializzazione dell’infrastruttura passiva” (fase 2);
• l’accordo prevede che la progettazione, realizzazione, gestione, manutenzione e commercializzazione dell’infrastruttura passiva e attiva sarà a cura del Concessionario individuato mediante procedura di gara il cui iter complessivo sarà gestito da Infratel in qualità di soggetto attuatore e società in-house del MISE. La Regione Piemonte definirà le priorità di intervento nella fase 1 di progettazione e monitorerà il processo nella fase 2 di realizzazione. La fase di “Attivazione del servizio all’utenza finale” (fase 3) non è regolata dall’accordo;
• nell’attuazione del Piano un ruolo non secondario è quello dei Comuni che dovranno, tra l’altro, rilasciare i permessi di scavo attraverso la sottoscrizione di convenzioni con il MISE, Infratel e la Regione, collaborare e coordinarsi con Infratel, lasciare indenne l’operatore dalla richiesta di oneri o canoni (fatta salva l’applicazione della COSAP e TOSAP), individuare i siti per la terminazione delle fibre ottiche da cedere in comodato d’uso gratuito per 20 anni;
• per aumentare le possibilità di successo del piano è auspicabile un coordinamento da parte dei soggetti pubblici e privati che finora si sono interessati allo sviluppo della Larga Banda in Regione;

IMPEGNA la Giunta regionale del Piemonte

• a mettere in atto tutte le azioni necessarie a salvaguardare e valorizzare quanto già realizzato negli anni sul territorio regionale e porre le basi affinché sia assicurata la successiva attivazione del servizio;
• a coinvolgere, fin dalla fase di progettazione e nel monitoraggio del Piano, tutti i soggetti pubblici e privati del territorio, in quanto portatori di interesse e conoscenza relativamente ai punti di attestazione, ai percorsi ed alla distribuzione dell’infrastruttura passiva;
• ad avviare tempestivamente ogni iniziativa atta a promuovere l’interesse dell’utenza per il servizi di banda ultra larga sull’intero territorio regionale, nonché l’interesse degli operatori locali e nazionali nell’attivazione del servizio anche nelle aree grigie e bianche favorendo, pertanto, condizioni ottimali di incontro tra domanda ed offerta;
• a prevedere nella realizzazione del piano regionale per la banda ultra larga misure di particolare sostegno alla sua diffusione nei piccoli Comuni.