RESIDENZIALITÀ PSICHIATRICA: IL CONSIGLIO REGIONALE DETTA LE LINEE GUIDA PER SUPERARE LE CRITICITÀ DELLA DGR 29

Il Consiglio regionale ha dedicato la mattinata di martedì 17 ottobre al confronto tra i gruppi politici sulla prossima applicazione della DGR 29-3944, la misura con cui la Giunta regionale ha ridisegnato il sistema della residenzialità psichiatrica in Piemonte.

La complessa vicenda data ormai dall’inizio della legislatura, quando l’intervento normativo si era reso necessaria alla luce dell’assenza di criteri certi, oggettivi e pienamente trasparenti per l’accreditamento delle strutture residenziali.

Rispetto all’applicazione del provvedimento, tuttavia, numerose sono state le criticità evidenziate, tanto che la stessa IV Commissione consiliare Sanità, nel settembre 2016, aveva vincolato il proprio parere favorevole alla delibera all’avvio di un percorso che ne affrontasse concretamente i nodi problematici, a partire dalle eventuali conseguenze negative in termini di qualità delle cure.

Le istanze formulate dalla Commissione Sanità sono state rilanciate nel dibattito odierno dal Consigliere regionale PD Andrea Appiano, che ha presentato un atto di indirizzo sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza e approvato dell’Aula di Palazzo Lascaris. “Il nostro documento”, ha detto Appiano, “nasce dall’ascolto del mondo della psichiatria, delle amministrazioni locali e delle realtà associative. Il tema centrale è la garanzia del diritto universale alla salute e, nel caso specifico del Piemonte, la tutela di esperienze d’avanguardia nella presa in carico della malattia mentale. Non più di due settimane fa, insieme al capogruppo Davide Gariglio, ho avuto modo di visitare un gruppo appartamento e di intrattenere un proficuo confronto con operatori della psichiatria e amministratori pubblici di Settimo Torinese: una realtà di assoluto prestigio, tra le più avanzate d’Italia, che occorrerebbe potenziare ed estendere. La necessità odierna è quella di affrontare e sciogliere i nodi critici della DGR 29 che rischiano di compromettere l’efficienza e l’efficacia dei servizi”.

Alla Giunta, in particolare, viene richiesto di avviare tempestivamente il Tavolo di monitoraggio sull’attuazione complessiva della delibera e di adottare strumenti normativi flessibili per quanto concerne l’accreditamento. “È senz’altro opportuno prevedere, in casi di necessità, una dilazione dei termini di adeguamento delle strutture”, continua Appiano, “così come occorre minore rigidità nell’applicazione dei criteri relativi ai posti letto. Soprattutto, bisogna integrare il percorso previsto per l’accreditamento con una verifica periodica della coerenza tra le istanze presentate e le necessità segnalate dalle Aziende Sanitarie, identificando, in tal modo, le ‘buone pratiche’ sviluppate negli anni, da valorizzare e diffondere, con l’ammissione di eventuali specifiche esigenze di adeguamento alle regole generali”.

L’atto di indirizzo impegna poi la Giunta a procedere alla determinazione dei fabbisogni reali in materia di salute mentale, all’adozione in tempi rapidi un piano regionale complessivo sulla domiciliarità e a concertare con ANCI Piemonte, per l’accesso ad alcune tipologie di struttura residenziale, strumenti capaci di rendere omogenea l’applicazione dell’ISEE e tali da contenere i costi per i pazienti e le loro famiglie. Nello stesso spirito si chiede alla Giunta di garantire la stabilizzazione di specifiche risorse regionali a favore di Comuni ed Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali. “Sul fronte della spesa”, dice Appiano, “è anche necessario definire in tempi brevi il budget aziendale per la salute mentale, garantendo nella prima fase di applicazione della delibera il mantenimento della spesa storica riconosciuta alla residenzialità. Analogamente, occorre valutare l’integrazione della tariffa giornaliera con un extra budget per introdurre anche a titolo sperimentale interventi terapeutici e di cura complessa”.

Per quanto concerne, infine, gli aspetti lavorativi e occupazionali, oltre a sollecitare una rapita sanatoria dei titoli di studio che consenta il mantenimento in servizio di tutti gli operatori attualmente impiegati nelle strutture residenziali piemontesi, l’atto di indirizzo richiede l’introduzione di maggiore flessibilità nei contributi che le diverse figure professionali individuate dalla delibera possono fornire al raggiungimento del monte orario previsto nei requisiti gest­ionali di ciascuna tipologia residenziale.

“La posizione che abbiamo assunto”, conclude Appiano, “è quella di una rivendicazione forte del diritto universale alla salute. È una battaglia culturale che deve condurci a un concetto più evoluto di cura e assistenza, che devono essere fondate sull’unitarietà dei progetti terapeutici individuali e la multidisciplinarietà dell’approccio”.