Sostegno ai progetti di recupero a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata

Ordine del giorno di Angela Motta per il sostegno ai progetti di recupero a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata

Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che 

  • secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrai e confiscati (Anbsc) la nostra regione, in particolare la provincia di Torino, è seconda in Italia per numero di beni confiscati alla criminalità organizzata con ben 181 immobili;
  • la Regione Piemonte sostiene i progetti di recupero dei beni confiscati alla criminalità ed assegnati ai comuni in base alla legge regionale 18 giugno 2007, n. 14 (Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della ‘Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie ‘);
  • in particolare l’articolo 4 della l.r. n. 14/2007 prevede che la Regione promuova e sostenga finanziariamente gli interventi volti al recupero dei beni confiscati alla criminalità mafiosa, oltre che interventi di educazione alla legalità, sicurezza delle comunità locali e formazione professionale a favore degli operatori degli enti locali, della polizia locale e delle organizzazioni del volontariato e che svolgono attività di carattere sociale;

sottolineato che 

  • in sede di discussione in Aula consiliare del Disegno di legge regionale n. 84 (Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2015-2017) la Giunta regionale ha ulteriormente ribadito la sensibilità e l’impegno dell’Istituzione approvando una variazione finalizzata al recupero del Castello di Miasino, in provincia di Novara, bene confiscato alla camorra e recentemente attribuito al patrimonio regionale;

rilevato che 

  • nell’ottica della necessaria, complessiva valorizzazione di tutti i beni confiscati alla criminalità presenti sul territorio piemontese occorre, pertanto, realizzare una mappatura di tutti i progetti di recupero e riutilizzo di tali beni al fine di sostenerne la concreta realizzazione;
  • infatti sono numerosi i progetti che da anni le associazioni e i comitati locali portano avanti per il recupero dei beni confiscati tra molte difficoltà, soprattutto di natura economica. Basti ricordare, a titolo di esempio, quello relativo alla ristrutturazione della Cascina Graziella Campagna di Santa Maria di Moncalvo – in provincia di Asti –  per un suo utilizzo a fini sociali contro la violenza alle donne, oppure quello per la Cascina Bruno e Carla Caccia, nel comune di San Sebastiano da Po intitolata a Bruno Caccia, Procuratore della Repubblica ad Aosta negli Anni Sessanta, o ancora quello relativo a Cascina Arzilla di Volvera, sempre in provincia di Torino;

IMPEGNA la Giunta regionale 

  • a  realizzare un’opportuna mappatura di tutti i progetti di recupero ai fini di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità presenti sul territorio piemontese;
  • ad utilizzare la suddetta mappatura quale base per la ricerca delle risorse necessarie a sostenere e consentire il completamento di tali progetti.