Sistema regionale dei Confidi

Raffaele Gallo presenta l’interrogazione sulle politiche attive di sostegno al sistema regionale dei Confidi

 Premesso che 

  • il sistema Confidi, acronimo di “consorzio di garanzia collettiva dei fidi”, è un consorzio che svolge attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell’accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine, destinati alle attività economiche e produttive;
  • i Confidi sono nati in Italia a metà degli anni cinquanta come espressione delle associazioni di categoria nei comparti dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, basandosi su principi di mutualità e solidarietà;
  • a livello normativo il sistema dei Confidi è disciplinato dal Decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia) e dall’articolo 13 della legge 326 del 24/11/2003 (Legge quadro sui Confidi)
  • i Confidi costituiscono un importante punto di riferimento in particolare per le piccole e medie imprese, dato che svolgono funzioni di ampliamento delle capacità di credito – nella prevenzione dei fenomeni di usura, di riduzione del costo del denaro, di trasparenza e certezza delle condizioni, nonché di consulenza finanziaria e di orientamento alle imprese;
  • la funzione di agevolare l’accesso al credito alle PMI e il ruolo di consulenza svolto dal sistema Confidi sono stati recentemente sottolineati anche dalla diciassettesima edizione della Ricerca sul sistema dei Confidi artigiani presentata a fine novembre a Roma: i numeri confermano, al di là delle attuali criticità del tessuto economico e imprenditoriale, l’importanza che i Confidi tuttora rivestono per favorire l’accesso al credito delle imprese minori; circa un quinto del totale dei finanziamenti alle imprese artigiane in Italia, infatti, è intermediato dai Confidi, che a oggi detengono un portafoglio di finanziamenti garantiti per oltre 14 miliardi di euro a favore delle oltre 700.000 imprese associate;

considerato che

  • la crisi economica che ha colpito duramente il tessuto produttivo piemontese non sta risparmiando il sistema regionale dei Confidi, che, negli ultimi anni, hanno rappresentato un punto di riferimento per tante PMI del nostro territorio garantendo la possibilità di accesso al credito in una congiuntura drammatica, resa ancor più pesante dalla difficoltà crescente di ottenere finanziamenti dalle banche a condizioni sostenibili;
  • in Piemonte operano 24 Confidi e che i cinque maggiori vigilati dalla Banca d’Italia (Eurofidi – Unionfidi – Confartigianato Fidi – Cogart CNA – AscomFidi) a fronte di 84.000 imprese associate hanno in portafoglio uno stock di garanzie ammontante ad oltre 1,751 miliardi di Euro per finanziamenti in essere a favore delle PMI pari a circa 3,5 miliardi
  • l’attività svolta in un momento delicato per l’economia regionale, connotato da un elevato livello di “sofferenze”, ha generato importanti perdite a carico del sistema dei Confidi portando a risultati economici negativi nel 2012 e 2013. Infatti il crescente numero di imprese in sofferenza, aumentato esponenzialmente tra il 2011 e il 2013, ha purtroppo generato perdite rilevanti per i Confidi, anche in conseguenza del tipo di finanziamenti richiesti che, come hanno rimarcato i rappresentanti dei Confidi piemontesi in occasione dell’audizione svoltasi il 23 ottobre 2014 in III Commissione consiliare per approfondire il ruolo degli stessi nel sostegno all’accesso al credito delle piccole e medie imprese piemontesi;
  • oggi i Confidi sopperiscono prevalentemente a mancanza di liquidità da parte delle imprese, in controtendenza rispetto a quanto avveniva fino a pochi anni fa, quando solo il 30 per cento delle istanze era di questo tipo;
  • quest’ultimo indicatore rimarca ulteriormente il drastico calo degli investimenti da parte del tessuto imprenditoriale piemontese fotografando una situazione di profonda stagnazione della nostra economia;

 sottolineato che

  • alla luce delle premesse sopra esposte, risulta cruciale valorizzare, sia a livello regionale che nazionale, il sistema dei Confidi in quanto strumento di politica industriale;
  • la Regione Piemonte detiene, tramite Finpiemonte Partecipazioni, una quota del 16,30 per cento di Eurofidi, il più grande Confidi italiano per dimensioni e volumi di garanzie emesse;
  • dal 2003 al 2013 la stessa Regione Piemonte ha erogato a queste strutture oltre 270 milioni di Euro;

constatato che

  • le norme di cui all’articolo 39 della Legge 22 dicembre 2011, n. 214 di conversione del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (c.d. Decreto Salva Italia) che hanno permesso l’accesso diretto da parte del sistema bancario al Fondo Centrale di garanzia impongono ora un ripensamento del ruolo dei Consorzi di garanzia. Infatti i dati al 31 dicembre 2013 registrano un crescente ricorso diretto alla garanzia del Fondo Centrale, che ha drasticamente ridotto il ruolo di intermediazione dei Confidi stessi (-36 per cento dei flussi 2014 rispetto ai primi 9 mesi del 2013);
  • in tale contesto si inserisce la Proposta di legge in discussione al Senato per la riorganizzazione del sistema che riconosce i Confidi come strumento di politica economica e sempre più come punto di riferimento per la consulenza finanziaria per le piccole e piccolissime imprese, rafforzando la funzione mutualistica  e non di business dello strumento;

 ritenuto che

  • la Regione sia quindi chiamata a riorganizzare il sistema dei Confidi piemontesi al fine di renderli uno strumento sempre più utile e aderente alle esigenze delle imprese;

INTERROGA l’Assessore regionale competente per sapere

  • quale sia la strategia regionale con riguardo al sistema piemontese dei Confidi;
  • se consideri il ruolo da essi svolto quale strumento di politica economica regionale e quali siano le azioni che intenda intraprendere per valorizzarlo;
  • se ed in quali termini ritenga tuttora strategica la propria partecipazione in Eurofidi.