La legge sugli agriturismi

Elvio Rostagno sugli agriturismi: “Vent’anni di esperienza di agriturismi in Piemonte ci sono serviti per evidenziare i limiti di una norma e la necessità di revisione. Troppo spesso si sentono lamentele di operatori alberghieri e ancor più del mondo della ristorazione, che sottolineano attività di concorrenza sleale esercitate dalle aziende agrituristiche. Si deve trattare di un’attività di integrazione al reddito agricolo; per questo motivo beneficia di agevolazioni.
La proposta di legge cerca quindi di condurre l’esercente alla somministrazione di prodotti propri, per quota parte, e comunque piemontesi per altra quota. E’ un modo per valorizzare alimenti della filiera agricola locale e per incentivare uno stretto legame fra ristorazione e agricoltura.
La norma identifica poi l’ospitalità rurale come attività “minore”, più leggera, ma di forte integrazione con la vita dell’agricoltore e della sua famiglia. D’ora in poi si realizzeranno agriturismi solo più negli edifici esistenti per dare valore agli alle strutture rurali presenti sul territorio piemontese, tra l’altro spesso di interessante valore culturale e paesaggistico. Non è una legge che fa la qualità, una legge può crearne i presupposti”
Raffaele Gallo: “La legge ha un preciso fine: lo sviluppo e il riequilibrio del territorio, attraverso disposizioni che, per esempio, impegnano le imprese agrituristiche ad apportare nella preparazione dei pasti una quota di prodotto proveniente proprio da aziende agricole regionali”